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«La buona Dinamo parte dalla testa»

di Andrea Sini
Marco Spissu
Marco Spissu

Basket, il play Marco Spissu: «In Sicilia grande prova a livello mentale, ma ci aspettano altre gare ad alta intensità»

23 marzo 2018
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SASSARI. In fuga da Le Portel e dalle debolezze che hanno caratterizzato molti dei momenti topici della stagione. La Dinamo si prepara ad affrontare Vareseprovando a riproporre lo stesso spirito messo in campo domenica a Capo d’Orlando. Intensità e soprattutto “testa”, per mantenere una buona costanza di rendimento per tutti i 40 minuti. «La sconfitta di Le Portel ci ha fatto male e ci fa ancora male – dice il play biancoblù Marco Spissu –. La vittoria di Capo d’Orlando è stata salutare, dopo alcuni giorni un po’ complicati. Vincere in trasferta in questa fase vale quasi doppio, ora dobbiamo cercare di fare bene nelle prossime due partite, che ci possono inserire stabilmente in zona playoff. Il nostro calendario prevede trasferte toste, affronteremo squadre che lottano per i rispettivi obiettivi e sarebbe bello non arrivarci con l’acqua alla gola. In ogni caso, prepariamoci a gare ad alta intensità ovunque».

Le statistiche dicono in modo chiaro che la Dinamo è una squadra che sa costruire gioco, fa molto canestro e tiene discretamente a rimbalzo: la differenza in senso negativo la fa il modo in cui difende fuori casa, con 87 punti incassati, a fronte dei 77 delle gare interne. «In casa ci facciamo trasportare dal nostro pubblico – spiega Spissu –, ma dovremmo fare in modo che il fattore ambientale ci condizioni meno. Il basket è bello e bastardo, in campo ci sono anche gli avversari e a volte se non ti fai trovare pronto in tutto e per tutto rischi di perdere».

Soprattutto nei finali punto a punto quest’anno è spesso, spessissimo, mancato qualcosa. Stipcevic nei giorni scorsi ha rispedito al mittente le accuse di squadra “senza palle”. È d’accordo? «Non credo proprio che la Dinamo abbia pochi attributi, siamo tutti giocatori che in un modo o nell’altro hanno visto basket e sanno stare in campo. A volte ci è mancato davvero un dettaglio, ma non dobbiamo cercare scuse: sono cose che dobbiamo aggiustare tra di noi, tra spogliatoio e campo».

Nei minuti più caldi della gara giocata in Sicilia, Pasquini si è affidato alla coppia Spissu-Stipcevic. E non poteva andare meglio. «Ero molto tranquillo – racconta l’ex giocatore della Virtus Bologna –, sentivo di avere padronanza dei giochi da eseguire, non ho mai avuto la sensazione che potessimo permettere ai nostri avversari di rientrare in partita. Siamo la coppia più affidabile? Non lo so. Con Rok di sicuro sento un ottimo feeling, abbiamo anche un ottimo dialogo fuori dal campo e a Capo è andata bene. Ma ho un ottimo rapporto con tutti i compagni di squadra: diciamo che nelle ultime partite le cose hanno funzionato abbastanza bene con me e Rok, ma il coach ha tante soluzioni, l’importante è che tutti sentano la fiducia e diano il massimo».

La sua stagione da “rookie” è già ben oltre la metà. Pensa di essere cresciuto rispetto alle prime uscite? «Dall’inizio dell’anno ho sicuramente acquisito maggiore sicurezza – spiega Spissu –, gioco molto sereno e questo è fondamentale, soprattutto nel mio ruolo. Devo sempre avere le idee chiare, quando sono in campo devo sapere tutto di tutti e sto cercando di crescere da questo punto i vista. Guardo tutti e cerco di imparare. Spero l’anno prossimo di essere un giocatore più completo».

Si dice che il suo tallone d’achille sia la difesa. «In serie A se abbassi un po’ l’intensità ti mangiano – dice Spissu –, e l’ho imparato a mie spese. A volte mi capita che un errore o una sbavatura mi porti automaticamente a calare in difesa. Devo cercare di non pensarci e di guardare avanti, proiettarmi sull’azione successiva anziché focalizzarmi sull’errore. Ho dimostrato, anche a me stesso, che se difendo in maniera aggressiva posso stare in questa categoria. Voglio confermarlo sul campo».

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