Iran, il coraggio delle donne
Una battaglia di libertà che va sostenuta
La morte di Mahsa Amini, 22 anni, arrestata a Teheran dalla “polizia morale” per un velo “non conforme”, ha acceso una scintilla che ha illuminato un’intera nazione. Mahsa, come tante altre ragazze, non cercava scontri: camminava per strada, forse pensando alla sua vita, ai sogni che avrebbe voluto realizzare. Ma quella passeggiata è diventata il simbolo di una repressione che, stavolta, non è passata inosservata. Da quel tragico giorno, migliaia di donne iraniane sono scese in piazza, trasformando il loro dolore in protesta. Si sono tolte il velo, lo hanno bruciato, si sono tagliate i capelli in pubblico. Nonostante la paura, hanno deciso di parlare, di urlare al mondo la loro richiesta di libertà. Lo slogan “Donna, Vita, Libertà” non è solo una frase: è il cuore pulsante di un movimento che mette a rischio tutto pur di cambiare qualcosa.
Vivere in Iran da donna significa seguire regole che invadono ogni aspetto della tua vita: come vestirti, come comportarti, chi puoi amare e come puoi sognare. Il velo obbligatorio non è solo un pezzo di stoffa, ma un simbolo di controllo. Eppure le donne hanno trovato una forza straordinaria, nonostante le gravi conseguenze. Secondo le organizzazioni per i diritti umani, centinaia di manifestanti sono stati uccisi e migliaia arrestati, il regime tenta di arginare la rivoluzione con la repressione e la propaganda. Il mondo guarda, ma guardare non basta. Perché la battaglia delle donne non riguarda solo l’Iran: è una battaglia per tutti noi.
*Sara studia al liceo Pira di Siniscola