La Nuova Sardegna

Alghero

In strada divampano i veleni condominiali

di Gian Mario Sias
In strada divampano i veleni condominiali

Dietro la decisione di far intervenire i vigili ci sono ritardi nei pagamenti e liti sulle responsabilità civili

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ALGHERO. Nessuno lo dice troppo a voce alta, e anche farsi dire nome e cognome di chi parla non è semplicissimo. D’altronde è un pudore comprensibile. Si tratta pur sempre di rapporti di buon vicinato, di equilibri appesi a un filo, di diplomazie fatte di sorrisi e di silenzi in ascensore e di accese discussioni nelle riunioni condominiali. Nessuno lo dice apertamente, insomma, e nessuno ci mette il nome. Ma le voci che fuoriescono dal palazzo vanno tutte nella stessa direzione.

«L’intervento di oggi dei vigili del fuoco è la conseguenza delle decisioni dell’amministratore di condominio, che non era più disposto ad aspettare che tutti si mettessero in regola con il pagamento per quei lavori», confida un signore poco prima di andare a prendere i propri bagagli per trasferirsi a casa dei parenti. Poco più in là, due signore – forse madre e figlia – non hanno troppo tempo di pensare alle beghe condominiali. Le loro preoccupazioni sono tutte per il proprio cane. «L’abbiamo trovato e adottato, rispedirlo in canile significherebbe ucciderlo», spiegano. E d’altronde, «da mia sorella, dove ci stiamo trasferendo, lui non può venire perché lei è allergica al pelo».

Ma la questione dei lavori già appaltati e mai avviati ritorna. «Ci sono alcuni condomini che tra appartamenti e locali commerciali di loro proprietà devono sborsare una gran somma – spiega un professionista che abita nel palazzo di via Vittorio Emanuele – per questo non si è mai trovato un accordo definitivo». Per un altro signore, seguito come un’ombra da un parente più giovane che lo invita a stare tranquillo, che tutto si risolve, «l’amministrazione del condominio è andata avanti nonostante i contrasti, nella consapevolezza che quei lavori fossero da fare e che le responsabilità, in caso fosse successo qualcosa, sarebbero ricadute su chi non aveva saputo gestire la situazione». Ok, ci può stare, ma la domanda è un’altra. «Perché accelerare proprio adesso, a due giorni dalla scadenza dei pagamenti, fissata per il 30 dicembre, e a pochi giorni dall’avvio dei lavori, previsto per il 2 o il 3 di gennaio?», è la domanda di molti dei condomini di via Vittorio Emanuele.

Anche in questo caso, la risposta arriva da un altro inquilino, piuttosto seccato all’idea di dover lasciare temporaneamente la sua casa. «Ha dovuto accelerare perché altrimenti non si sarebbe mai venuti a capo della situazione, dato che qualcuno non è proprio intenzionato a pagare e che questi lavori vanno fatti, per ragioni di sicurezza che ora sono chiare a tutti».

Oltre ai vigili del fuoco, oggi in via Vittorio Emanuele si sono precipitati il sindaco Mario Bruno, l’assessora dei Servizi sociali Marisa Castellini, e il comandante della polizia locale, Guido Calzia, responsabile della Protezione civile comunale.

È stato proprio Calzia a gestire la prima situazione di emergenza, facendo evacuare il palazzo e affidandolo alla guardia dei suoi uomini. Poi una fitta rette di trattative tecnico diplomatiche tra gli ingegneri dei vigili del fuoco, i tecnici comunali e l’impresa che per 52mila euro si è aggiudicata i lavori di consolidamento delle colonne portanti. «Alla fine il problema sembra risolvibile in un tempo inferiore rispetto a quello che si temeva», ha spiegato Calzia al termine del summit avuto al comando di via Mazzini con tutte le parti interessate. Sino a quando tutto non sarà risolto, «sarà nostra cura fare in modo che l’ordinanza del sindaco sia rispettata, per l’incolumità di tutti», assicura il comandante. «Auspichiamo che i condomini trovino un accordo, in modo tale che i lavori si facciano alla svelta e i disagi possano rientrare al più presto», fa eco il sindaco Mario Bruno.

Pur nella complessità di una situazione simile, «Alghero ha saputo mostrare il suo lato migliore, la macchina dei servizi sociali ha funzionato alla perfezione e in men che non si dica siamo stati in grado di dare ospitalità a chiunque ne abbia avuto bisogno». Alla fine si tratta solo di sei persone, che grazie alla disponibilità della curia vescovile sono state accolte nella struttura di Montagnese, ma anche nel momento in cui sembrava che potessero essere molte di più le persone di cui occuparsi, il Comune e la chiesa algherese si sono fatti trovare pronti. «Merito del lavoro silenzioso e quotidiano che si fa nei nostri uffici – conclude Castellini – per affrontare le emergenze che si presentano tutti i giorni».

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