La Nuova Sardegna

Alghero

Alghero, un modello per la lotta all’azzardopatia

Gian Mario Sias
Alghero, un modello per la lotta all’azzardopatia

Il pugno di ferro del Comune, niente sale nei pressi di scuole e altri luoghi sensibili, ha ridotto gli introiti delle slot

27 ottobre 2018
3 MINUTI DI LETTURA





ALGHERO. Resta sempre una cifra mostruosa, ma qualcosa si muove. Secondo l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nel 2017 gli algheresi hanno speso nel gioco 55milioni, 981mila e 233 euro. Sono quasi 3milioni in meno rispetto ai 58milioni, 564mila e 939 euro registrati dai monopoli statali nel 2016. Sono calate anche le vincite: dai 43milioni, 610mila e 257 euro del 2016 ai 41milioni, 528mila e 410 euro dell’anno scorso.

Poco, decisamente poco per cantare vittoria. Ma è evidente che il pugno di ferro deciso dall’amministrazione comunale segna un inversione di tendenza che rappresenta un punto di riferimento per la lotta all’azzardopatia in cui tutta l’isola è impegnata anche attraverso “Azzardopatia – Scommettiamo su di te”, un progetto di sensibilizzazione sul gioco d’azzardo patologico che sta coinvolgendo i Comuni, le scuole e i cittadini di tutta la Sardegna.

L’associazione Crew di Sassari, capofila del progetto, ha sviluppato una campagna di comunicazione e sta coordinando oltre cinquanta momenti di confronto per sensibilizzare sui rischi derivanti da questa nuova dipendenza, coinvolgendo amministratori, operatori del settore, comunità locali e istituti scolastici, anche attraverso spettacoli teatrali, contest, animazione e una vera e propria campagna di comunicazione.

Ad Alghero va riconosciuto il merito di aver in qualche modo aperto la strada, con un’ordinanza che è diventata un simbolo di ribellione e che oggi raccoglie i primi frutti. Dei dati si è discusso anche nel corso dell’audizione di martedì scorso nella sesta commissione del consiglio regionale. L’assessora comunale dei Servizi sociali, Lalla Cavazzutti, e Giusy Piccone, consigliera comunale e autentica animatrice delle iniziative portate avanti dal Comune con il consenso bipartisan dell’aula di via Columbano, hanno raccontato quanto fatto ad Alghero.

Partendo proprio dall’ordinanza sindacale che, pur in assenza di una legge regionale di riferimento, ha fissato alcuni paletti che nessuno mai prima aveva cercato di piantare in Sardegna, proibendo la presenza di sale giochi, slot e centri scommesse in prossimità di luoghi sensibili, a iniziare dalle scuole. Le due rappresentanti dell’amministrazione Bruno hanno spiegato il lavoro fatto con il Serd per prendere coscienza della gravità del fenomeno sul piano sociale e per concordare le azioni di prevenzione. Non è un caso Alghero sia stata la prima tappa della campagna finanziata dalla Regione. L’amministrazione della città catalana è l’unica ad aver sfidato il vuoto normativo con un’ordinanza che individua i luoghi sensibili e fissa le distanze consentite per installare sale giochi e slot.

La Sardegna è una delle regioni in Italia che ancora non si è dotata di una legge regionale che regolamenti il settore, con azioni di limitazione nell’installazione di slot machines o altri giochi d’azzardo nelle prossimità dei luoghi sensibili. La testimonianza fornita in commissione da Cavazzutti e Piccone segna un’importante passo in quella direzione.

La Sanità malata

Il buco nero dei medici di famiglia: in Sardegna ci sono 544 sedi vacanti

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative