La Nuova Sardegna

Alghero

Alghero, Maria Pia: un paradiso trasformato in discarica

di Nicola Nieddu
Alghero, Maria Pia: un paradiso trasformato in discarica

Mentre si discute di piani di rilancio, tutela e campi da golf cresce il degrado. Rifiuti nella pineta, strade sterrate distrutte dalle piogge e totale abbandono

09 gennaio 2020
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ALGHERO . Maria Pia è abbandonata a se stessa e alle incursioni degli incivili che la utilizzano come discarica per ogni genere di rifiuto: dagli elettrodomestici ai sanitari, dalla plastica ai resti di lavori di edilizia o giardinaggio. Poi c'è chi lancia le buste della spazzatura direttamente dall'auto in corsa. E nel periodo estivo, con la presenza di camper e roulotte, c'è anche chi scarica i reflui.

Ma non basta: le stradine sterrate di Maria Pia hanno un nome da qualche anno, ma mai sono state pulite o messe in sicurezza. Strade che presentano voragini, difficili da percorrere in estate, peggio ancora in inverno, con le piogge che le riducono al limite della percorribilità.

Eppure del destino di Maria Pia si discute con passione: qualcuno ha ipotizzato un futuro nel golf, alcune associazioni ambientaliste vorrebbero rimanesse un’oasi naturalistica. In attesa di capire quale sarà la strada scelta Maria Pia però ha bisogno di cure, importanti. Dalla raccolta dei rifiuti alla pulizia del verde.

Perché, qualunque sia il suo futuro, Maria Pia, con le sue stradine sterrate ben curate e libere da rifiuti, potrebbe diventare un percorso naturalistico, un luogo dove praticare sport, magari alleggerendo, soprattutto d’estate, la litoranea o viale Burruni intasate dal traffico.

C'è da rivedere la questione aree parcheggi. La zona individuata tra le vie Scirocco e Maestrale è diventata una palude. E' sufficiente poca pioggia perché l'intera area venga sommersa dall'acqua e questo perché i lavori, evidentemente, non sono stati fatti a regola d'arte. Non è sufficiente, in questo disastroso, passare con una ruspa per realizzare i parcheggi. Sono stati ammucchiati diversi metri cubi di terra mista a sabbia di mare, erbacce e rifiuti vari lungo il perimetro di una parte di via della Tramontana che è la stradina sterrata centrale che attraversa Maria Pia dalla zona sportiva al palazzo dei congressi. Così facendo, si è formato una sorta di grande fosso dal quale le acque piovane non riescono a defluire formando quello che qualcuno ha già ribattezzato, ironicamente, come il nuovo laghetto di Maria Pia dove, per altro, hanno trovato casa diverse specie animali: aironi, tartarughe, ricci e persino cinghiali.

Maria Pia è stata un'azienda modello. Nata dalla bonifica, partita nel 1864, ad opera dei detenuti del carcere di Alghero, si chiamava Cuguttu, poi ribattezzata Maria Pia nel 1934 in onore della Principessa Maria Pia di Savoia figlia di Umberto II Re d'Italia e Maria Josè del Belgio. E' stata Ente Ferrarese di Colonizzazione, poi Ente Sardo di Colonizzazione. Negli anni si sono coltivati vigneti, gelso con allevamento di bacco da seta, ortaggi vari con diversi pozzi e canali per l'irrigazione. Insomma Maria Pia, storia a parte, merita ben altre attenzioni e cure.

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