La Nuova Sardegna

Alghero

Attentato alla sede Unipol Ledda sconterà dodici anni

di Luca Fiori
Attentato alla sede Unipol Ledda sconterà dodici anni

Un anno fa il farmacista aveva tentato di far saltare in aria col gas il palazzo Ripreso dalle telecamere di sorveglianza, era stato arrestato poco tempo dopo

13 settembre 2020
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ALGHERO. Dodici anni di carcere per aver tentato di far saltare in aria il palazzo in cui ha sede dell’agenzia Unipol di via XX Settembre. È questa la pena che dovrà scontare Paolo Ledda, il farmacista algherese di 54 anni incastrato dal sistema di videosorveglianza mentre a metà giugno dello scorso anno trasportava sulla bicicletta una bombola uguale a quella rinvenuta sul luogo dell’attentato.

Lo ha stabilito il giudice dell’udienza preliminare Carmela Rita Serra che lo ha ritenuto colpevole dell’accusa di strage. L’uomo, difeso dagli Danilo Mattana e Bastianina Cocco, era stato dichiarato incapace di intendere e di volere in un altro processo e per questo assolto, ma il gup ha ritenuto di non tenerne conto, prendendo invece in considerazione un’altra perizia eseguita dal consulente incaricato dal pm Beatrice Giovanetti che ha dichiarato l’uomo capace. Per il pubblico ministero Ledda avrebbe meritato una pena anche più alta. Al termine della dura requisitoria la titolare dell’indagine ha sollecitato infatti una condanna a sedici anni di carcere.

I difensori di Leddda, che avevano chiesto il rito abbreviato condizionato proprio alla perizia psichiatrica, hanno già annunciato che faranno ricorso in Appello. Dalle indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Alghero col supporto dei rilievi dei vigili del fuoco, era emerso che Ledda fosse infastidito a causa della mancata risposta relativa a un risarcimento che esigeva in seguito a un incidente stradale in cui era rimasto coinvolto. Tempo fa, mentre viaggiava in sella a una bici elettrica su una strada extraurbana di Suni, era stato investito da un’auto. La società assicurativa (un’agenzia di Bosa) a quanto pare non aveva accolto favorevolmente la sua richiesta, o forse stava semplicemente prendendo del tempo per valutare meglio la situazione. Questo gli avrebbe fatto perdere le staffe, inducendolo a farsi “giustizia” da sè. Secondo le accuse il 12 giugno dello scorso anno aveva prima piazzato una bombola di gpl da cucina di fronte a un garage chiuso, nel sottopiano del palazzo di via XX Settembre che ospita la filiale della banca. Poi innescato la bombola con una fonte di calore, collegando alla valvola un tubo in gomma che aveva fatto passare sotto la serranda del garage. E per finire piazzato una lampada a gas da campeggio con un innesco. Fortunatamente un uomo che vive in quel palazzo aveva sentito un forte odore di gas e aveva chiamato i pompieri. Alcune immagini di un impianto di videosorveglianza avevano immortalato Ledda che poco dopo era stato arrestato.

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