La Nuova Sardegna

Alghero

Chiosco contestato, il gip archivia

di Nadia Cossu
Chiosco contestato, il gip archivia

La referente del Grig era indagata per diffamazione: sui social definì la struttura un “parallelepipedo”

18 settembre 2020
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ALGHERO. «Questo parallelepipedo dalle dimensioni sproporzionate troneggia all’interno della duna che è stata scavata per il posizionamento di quella che sarà l’autosufficienza del chiosco bar...».

Così Maria Antonietta Alivesi, referente di Alghero per il Gruppo di intervento giuridico, interveniva sul proprio profilo Facebook commentando la realizzazione nella zona di Mugoni di un chiosco. In particolare la Alivesi aveva criticato l’operato del Comune di Alghero perché aveva rilasciato l’autorizzazione edilizia per la costruzione di quel fabbricato a ridosso della spiaggia «e in violazione delle norme paesistiche». Il post non era però evidentemente piaciuto a chi stava realizzando l’attività e per questo la referente locale del GrIG era stata denunciata e il suo nome era finito nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Sassari con l’accusa di diffamazione. A conclusione delle indagini preliminari il pubblico ministero Giovanni Porcheddu aveva chiesto l’archiviazione cui era seguita l’opposizione da parte dei titolari del chiosco. Ora il gip ha messo la parola fine alla vicenda decidendo di archiviare.

La Alivesi nel suo post di Facebook chiedeva se fossero stati acquisiti i pareri degli enti preposti al controllo o se, invece, si fosse deciso di dare la concessione con modalità semplificate e senza osservare un iter burocratico corretto.

Inoltre definiva il fabbricato “un parallelepipedo”, commento che il proprietario del chiosco bar aveva ritenuto gravemente lesivo della propria reputazione. Quest’ultimo aveva sostenuto in sintesi che proprio la terminologia usata in senso spregiativo (“parallelepipedo”) e l’insinuazione che l’autorizzazione fosse stata data in modo illegittimo, dimostravano l’intento denigratorio.

Il pm, nella richiesta di archiviazione, aveva rilevato che i dubbi dell’indagata erano invece «più che legittimi, sia ove sollevati dal soggetto per il ruolo ricoperto, sia in qualità di cittadino dotato di ampi poteri di controllo dell’operato della pubblica amministrazione».

Ma il titolare dell’autorizzazione, tramite l’avvocato Giuseppe Melis, aveva presentato opposizione chiedendo una integrazione di indagini e, comunque, che si imponesse al pubblico ministero di formulare l’imputazione coatta a carico dell’autrice del commento.

La Alivesi, difesa dall’avvocato Edoardo Morette, aveva spiegato che quanto riferito era vero (e per questo aveva prodotto gli atti amministrativi ottenuti attraverso domanda di accesso agli atti del GrIg), ma anche che il termine “parallelepipedo”, da lei usato correttamente in quanto insegnante di matematica, indicava semplicemente un prisma, ossia il manufatto in questione. Il gip, accogliendo la tesi del pm e della difesa, ha disposto l’archiviazione.

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