La Nuova Sardegna

Alghero

Alghero, drogata e violentata da uno sconosciuto incontrato in un bar

di Luca Fiori
Alghero, drogata e violentata da uno sconosciuto incontrato in un bar

La denuncia di una 27enne ai carabinieri di Alghero Quando si è risvegliata era frastornata e ferita al volto

29 ottobre 2020
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ALGHERO. La telecamera di un distributore automatico di piazza Porta Terra, in pieno centro di Alghero, l’aveva immortalata barcollante pochi minuti dopo le 7 del mattino in compagnia di uno sconosciuto, diretta - senza saperlo - nella pizzeria in cui si sarebbe consumata la violenza sessuale.

Solo il pomeriggio successivo intorno alle 17, una venticinquenne algherese si era risvegliata all’interno della sua abitazione in stato confusionale, con ferite al volto, un incisivo spezzato e sul comodino un bigliettino con il nome e il numero di telefono della persona conosciuta la sera prima in un bar.

Chiamato per un confronto, l’uomo - un pizzaiolo algherese di trent’anni - aveva ammesso di aver trascorso la parte finale della serata con lei e si era proposto per ripagare le spese odontoiatriche per la ricostruzione del dente, ma aveva negato di averle usato violenza.

Davanti alle rimostranze di un’amica della giovane che aveva chiesto al pizzaiolo perché non avesse accompagnato la venticinquenne al pronto soccorso in seguito a una rovinosa caduta avvenuta in sua presenza, l’uomo aveva risposto che tale situazione avrebbe potuto creargli problemi nell’ambito lavorativo, avendo paura che i suoi titolari potessero scoprire il ricorso ai locali della pizzeria per consumare il rapporto sessuale.

Sospettando che il giovane avesse abusato di lei, la venticinquenne aveva invece deciso di effettuare una serie di accertamenti clinici e poi si era rivolta ai carabinieri. Un primo test aveva escluso l’assunzione di Ghb, la cosiddetta “droga dello stupro”, ma una successiva e più approfondita verifica, effettuata attraverso il prelievo di un capello, aveva confermato il sospetto.

Qualcuno aveva effettivamente aggiunto la sostanza in un drink della 25enne nel corso della serata trascorsa in vari locali della Riviera del Corallo. L’indagine, affidata al sostituto procuratore Maria Paola Asara, ha portato al rinvio a giudizio del pizzaiolo con l’accusa di violenza sessuale e l’aggravante di aver abusato delle condizioni di fisica e psichica della persona offesa.

Il pizzaiolo, difeso dagli avvocati Nicola Lucchi e Marco Salaris, ha sempre respinto le accuse e non sarà semplice provare che sia stato lui ad aggiungere la droga nel drink della vittima assistita dall’avvocato Luigi Esposito.

L’uomo, stando anche al racconto di alcuni testimoni, era entrato in scena infatti quando la venticinquenne aveva già assunto parecchio alcol in compagnia di alcune amiche. L’incontro tra i due era avvenuto in un bar di Alghero, forse lo stesso in cui qualcuno aveva aggiunto la sostanza stupefacente nel bicchiere della 25enne.

Tra le persone su cui erano ricaduti i sospetti anche una delle due giovani con cui la vittima dello stupro aveva trascorso la serata, una barista 24enne originaria di Ozieri, dipendente di un famoso locale della “movida” algherese. Ieri la giovane è comparsa in udienza in qualità di testimone davanti al collegio presieduto da Salvatore Marinaro, e ha respinto quel sospetto che era ricaduto su di lei. Il processo prosegue a febbraio.

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