La Nuova Sardegna

Cagliari

Scozia al referendum, indipendentisti sardi a Edimburgo

Scozia al referendum, indipendentisti sardi a Edimburgo

Lo scopo del viaggio è esprimere vicinanza al popolo scozzese e «imparare» per importare quel modello in Sardegna

16 settembre 2014
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CAGLIARI. Una delegazione di cinque consiglieri regionali della Sardegna partirà domani per la Scozia, alla vigilia del referendum per l’indipendenza, dove resterà fino a domenica.

Sono previsti un incontro al parlamento scozzese e un’assemblea di movimenti indipendentisti provenienti anche da Catalogna, Paesi Baschi e Corsica. I cinque esponenti dell’area sovranista indipendentista del centrosinistra che guida la Regione sarda intendono portare la loro vicinanza agli indipendentisti scozzesi e «imparare» dalla loro esperienza per valutare come importarla in Sardegna, quando i tempi saranno maturi.

Oltre a Gavino Sale (Irs), Emilio Usula e Paolo Zedda (Rossomori), Alessandro Unali (Sinistra sarda) e Augusto Cherchi (Partito dei sardi), che leggeranno un documento di solidarietà in tre lingue, sardo compreso, saranno in Scozia anche esponenti del Psd’az, partito che in Consiglio regionale siede nei banchi dell’opposizione, e del movimento Sardegna Natzione Indipendentzia.

«Gli scozzesi vinceranno in ogni caso, anche se prevalessero i no all’indipendenza», ha osservato Zedda, «perchè comunque vada il referendum pone le premesse a prerogative di autogoverno molto più ampie di quelle che già possiedono. Il 9 novembre dovrebbe toccare alla Catalogna».

«L’obiettivo di Roma, attraverso la riforma del titolo V della Costituzione, è eliminare le autonomie a statuto speciale», ha affermato l’indipendentista Sale. «Con il nostro viaggio in Scozia stiamo dicendo che non se ne parla. Per la prima volta un segmento dell’Assemblea sarda va ad appoggiare un referendum per l’indipendenza e diventa chiaro che il centrosinistra di Roma non è sovrapponibile a quello sardo. Qui c’è una sinistra sovranista e indipendentista. L’autonomia per la Sardegna, nazione senza Stato, è stata fin qui una briglia, un anestetico e un antidoto all’indipendenza».

«Andiamo in Scozia per imparare», ha sottolineato Cherchi, pur osservando che i tempi per un referendum sull’indipendenza della Sardegna non sono ancora maturi. Ai giornalisti che facevano notare la difficoltà delle forze sovraniste e indipendentiste a formare un unico gruppo in Consiglio regionale e a pesare sulle scelte della maggioranza e della Giunta, i consiglieri hanno fatto rilevare almeno due questioni su cui ritengono la loro posizione abbia inciso: il no del presidente Francesco Pigliaru alla firma all’intesa con la Difesa sulle servitù militari e la prospettiva di dotare la Sardegna di un’agenzia regionale delle entrate, confermata dall’assessore al Bilancio durante un suo intervento in Consiglio regionale.

«Le forze sovraniste», ha aggiunto Usala, «hanno molti obiettivi in comune. Stiamo lavorando comunque in modo coerentemente univoco e dimostriamo così che non ci sono motivi di grandi differenza fra noi. Agiamo da controllori della sovranità e il nostro punto di unione è il confronto sugli obiettivi». Quanto al primo partito di maggioranza, il Pd, che si appresta a scegliere il proprio segretario regionale, secondo Usala «è un suo problema sapere scegliere un nuova classe dirigente che sappia interpretare i cambiamenti della società sarda: un Pd sordo al problema della sovranità sarebbe un partito che si scava la fossa da solo».

I consiglieri in partenza per Edimburgo, assieme al secondo consigliere dei Partito dei sardi Pier Mario Manca, hanno presentato anche una mozione per cercare di impegnare presidente e Giunta Regionale a una presa di posizione ufficiale di «vicinanza dei sardi al popolo scozzese» di «condivisione degli ideali di libertà di giustizia sul quale si fonda il percorso verso l’autodeterminazione». Non si farà in tempo a discuterla in Consiglio regionale prima della missione, ma i firmatari insistono: «Basta che il presidente della Regione ci dia l’assenso e noi leggeremo anche a suo nome il messaggio di solidarietà agli scozzesi che abbiamo preparato».

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