La Nuova Sardegna

Cagliari

Danneggiamenti in prefettura, nessun atto eversivo: l'autore è un extracomunitario

Luciano Onnis
La sede della prefettura (foto Mario Rosas)
La sede della prefettura (foto Mario Rosas)

Cagliari, la Digos è risalita all'autore attraverso la visione delle riprese delle telecamere

24 ottobre 2018
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CAGLIARI. Si era temuto un gesto eversivo contro una istituzione, adesso c’è la certezza che così non è. La Digos della questura di Cagliari ha identificato l’autore del danneggiamento avvenuto la notte scorsa ai danni dello stabile che ospita gli uffici della Prefettura. Le indagini svolte dagli investigatori della Digos, ai quali era passato il caso dopo il primo intervento della Squadra Volante, hanno permesso di risalire a un cittadino pakistano di 27 anni che nella mattinata precedente si era recato presso lo sportello unico per l’Immigrazione della Prefettura, in Viale Buoncammino, per conseguire l’accesso al Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (Sprar), senza però ottenere il riscontro desiderato.

In particolare, il pakistano, entrato in Italia nel 2014, sbarcando in Sicilia e poi trasferito a Cagliari, aveva subito ri-chiesto l’asilo politico. Successivamente al diniego, gli era stato concesso il permesso di soggiorno per motivi umanitari così come previsto dalla legge. Difatti, pur in possesso di permesso di soggiorno valido sino all’8 marzo 2019, stava richiedendo la possibilità di entrare nel sistema Sprar. Alle spiegazioni circa la procedura da seguire e l’ufficio cui rivolgersi, lo straniero dava in escandescenze e, dopo aver strappato le carte consegnategli, andava via.

Dalla visione delle telecamere di sorveglianza e da alcune testimonianze, la Digos ha scoperto che l'uomo che aveva danneggiato la porta degli uffici della Prefettura, oltre a corrispondere alla descrizione dell’individuo che la mattina aveva avuto l’alterco con il personale dell’ufficio immigrazione, aveva anche danneggiato una cabina telefonica nei pressi degli uffici, per poi prendere a sassate i vetri delle finestre del vecchio ospedale San Giovanni di Dio.

In un minuzioso sopralluogo da parte di personale della Polizia Scientifica, è stata rilevata un’impronta digitale sulla cabina telefonica danneggiata che, inserita nel sistema, ha dato conferma dell’identità del giovane pakistano (M.I.), denunciato in stato di libertà per il reato di danneggiamento aggravato.

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