La Nuova Sardegna

Cagliari

Cagliari, polemica dura sui manifesti: Pigliaru attacca, Truzzu ribatte

di Enrico Gaviano
Uno dei manifesti affissi a Cagliari
Uno dei manifesti affissi a Cagliari

Infuria la battaglia social sull'iniziativa. L'ex governatore: "Questa è una schifezza". Il sindaco: "Lo choc serve a riflettere"

25 marzo 2020
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CAGLIARI. Scoppia la polemica politica a Cagliari dopo che il sindaco Paolo Truzzu ha deciso di affiggere enormi manifesti, dal contenuto durissimo, per scoraggiare i suoi concittadini a uscire di casa. Un'idea che non è piaciuta a diversi esponenti del mondo politico cagliaritano e isolano. Negativo anche il commento su Facebook del popolare conduttore tv Fabio Fazio.

Per combattere la diffusione del coronavirus, il primo cittadino del capoluogo della Sardegna usa toni fortissimi. "Quando hanno intubato mio padre ho ripensato a quella passeggiata che dovevo evitare". Si legge in uno dei manifesti affissi per le vie di Cagliari.

Fra i primi a criticare, l'ex Governatore della Sardegna, che non usa mezzi termini su facebook. "Questa cosa è una schifezza. Non solo per la scelta di testi così brutali e irrispettosi del dolore e delle paure altrui, ma anche perché in questo modo chi governa cerca di far passare il messaggio che è solo colpa nostra se le cose vanno male".

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Dello stesso tenore è un lungo post di Francesca Ghirra, la candidata sindaca alle comunali per il centrosinistra. "In queste settimane stiamo mantenendo un comportamento responsabile e collaborativo, ma ci piacerebbe che il sindaco avesse un atteggiamento positivo e rassicurante nei confronti della cittadinanza, piuttosto che cercare di far rispettare le regole con la strategia del terrore. A chi sono rivolti esattamente questi messaggi? A quelle persone che tutti i giorni dobbiamo ringraziare perché con il loro lavoro preservano la nostra salute? O a chi ci consente di mettere il cibo sulle nostre tavole? O a quanti hanno avuto la sfortuna che qualche persona cara si ammalasse? Sono molto amareggiata e dispiaciuta, trovo questa campagna davvero eccessiva e di cattivo gusto".

Nettamente contrario anche il parere di Guido Portoghese, ex  presidente del consiglio comunale di Cagliari. "Immaginiamo che l'intenzione del sindaco, con questi manifesti, sia stata quella di scoraggiare i cittadini dall'uscire di casa in giorni in cui si chiede ai cittadini di limitare il più possibile i contatti con l'esterno. Ma il messaggio che passa è inaccettabile e ingiusto perché colpevolizza la cittadinanza, che si sta comportando più che egregiamente per la sua maggioranza e in una situazione che chiede dei sacrifici inimmaginabili sino a due mesi fa. Questo è un modo di creare un clima di terrore, irrispettoso anche delle vittime e dei loro familiari. Surreale in una regione dove finora la metà dei contagi è avvenuta negli ospedali".

Pronta la replica social di Paolo Truzzu, "Sì, sono messaggi molto forti. Quando l'agenzia di comunicazione mi ha fatto vedere i materiali, sapevo che sarei stato attaccato. Che avrei ricevuto gli insulti. Qualche sepolcro imbiancato, qualche vecchia gloria con il ditino sempre puntato, acide commentatrici, confusi giovanotti con uno strano concetto di democrazia. Ma mi sono chiesto: è più importante il mio consenso o la salute e il futuro dei miei concittadini? Voglio che, passato lo choc iniziale, si possa riflettere".

"Ci sono cose che possiamo evitare per salvare la nostra salute? Quella dei nostri cari, dei nostri amici e dei nostri vicini? Cari concittadini _ prosegue il sindaco di Cagliari _, di questo discutiamo tutti i giorni. Uscire poco o nulla, stare attenti nel fare la spesa, evitare le corsette. Ci sono cose bellissime che non possiamo fare. Sono pericolose perché aiutano il contagio. E il contagio, lo abbiamo visto, può essere letale per molti di noi. Succede nel nord Italia. Può succedere da noi, a Cagliari, se non riflettiamo sull'effetto disastroso che molti nostri comportamenti possono avere. Mi spiace ma questa è la realtà".

 

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