La Nuova Sardegna

Cagliari

Inaccettabili le liste d'attesa post Covid: sit in di anziani davanti al consiglio regionale a Cagliari

Michele Pais presidente del consiglio regionale
Michele Pais presidente del consiglio regionale

La situazione più grave si registra a Sassari

02 luglio 2020
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CAGLIARI. Le liste d'attesa erano già lunghe prima, dopo il Covid-19 la situazione è precipitata. È l'allarme lanciato questa mattina 2 luglio a Cagliari, davanti al palazzo del Consiglio regionale, dai sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil. «Chiediamo un intervento finanziario e l'assunzione di specialisti per rispondere alla domanda - spiega il segretario di Spi Marco Gregu - non si capisce poi, perché nel periodo dell'emergenza la sanità privata ha continuato a lavorare e la pubblica ha rallentato tutti gli interventi». Al sit-in hanno partecipato un centinaio di persone.

Le categorie denunciano il sostanziale blocco delle attività sanitarie, specialistiche, ambulatoriali e chirurgiche, delle cure per il parkinson, delle terapie oncologiche e per le malattie cardio vascolari. Oltre a questo, i sindacati chiedono di essere coinvolti nella discussione sulla riforma sanitaria avviata in Consiglio. Tre le priorità che vorrebbero portare all'attenzione della commissione, il miglioramento della rete ospedaliera, anche per evitare la mobilità passiva che tanto incide sulla spesa sanitaria, un pacchetto di misure per gli anziani che necessitano di controlli continui e di accertamenti diagnostici e terapeutici.

Una delegazione è stata ricevuta dal presidente dell'Assemblea sarda, Michele Pais, e dai capigruppo. Per questo la seduta dell'Aula con all'ordine del giorno l'interpretazione autentica del Ppr è stata interrotta. I ritardi nelle visite e negli esami diagnostici, con l'allungamento delle liste d'attesa, era stato denunciato nei giorni scorsi anche dall'associazione dei pensionati delle Acli, la Fap, che in Sardegna conta circa 10.000 iscritti.

All'ospedale di Sassari la situazione più critica: al 9 marzo, dunque prima del Covid, occorrevano già 8 mesi per effettuare una Tac con il contrasto, 7 per una mammografia, 5 per un Tsa a una risonanza. Stesso copione per le visite specialistiche: 40 giorni per una visita ortopedica, 130 per una neurologica, 77 per una endocrinologica, 81 per una pneumologia. Tempi, secondo la Fap, che ora si sono moltiplicati con 100 giorni in più. (Ansa).

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