La Nuova Sardegna

Nuoro

fonni, avrebbero mentito su chi era alla guida

Incidente mortale, gemelli a giudizio per autocalunnia

NUORO. Sono entrambi finiti a giudizio: uno, con l’accusa di aver provocato l’incidente che costò la vita a uno dei passeggeri dell’auto, l’altro con l’accusa di essersi addossato le colpe di quell’in...

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NUORO. Sono entrambi finiti a giudizio: uno, con l’accusa di aver provocato l’incidente che costò la vita a uno dei passeggeri dell’auto, l’altro con l’accusa di essersi addossato le colpe di quell’incidente per salvare il fratello che non aveva patente. E insieme a loro sono finiti nei guai, con l’accusa di favoreggiamento, anche quattro loro amici e compaesani di Fonni, che secondo l’accusa avrebbero retto il loro gioco. Avrebbero testimoniato che alla guida c’era uno e non l’altro.

È una vicenda solo apparentemente complessa, quella che è approdata ieri mattina davanti al gup del tribunale di Nuoro, Mauro Pusceddu, ma che in realtà, si potrebbe riassumere con poche parole e un mucchio, tuttavia, di strascichi. Lo sfondo di tutto è Fonni, il periodo è quello di agosto scorso, il fatto scatenante, è un incidente mortale.

A perdere la vita, purtroppo, l’estate scorsa, è un abitante di Fonni. Si chiama Andrea Serusi e quel giorno viaggiava nel posto del passeggero nell’auto uscita fuori strada e guidata da un amico. Ma è proprio attorno al conducente che ruota tutta la vicenda. Secondo l’accusa, infatti, il conducente, quel giorno, era Stefano Falconi, che infatti è stato in seguito rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio colposo. Ma il punto è che sin dall’inizio, era stato il gemello di Stefano, Gianluca Falconi, a sostenere di essere stato lui, alla guida. Tant’è che, come hanno ricordato i suoi legali, Angelo Manconi e Gian Mario Pilatu, nell’incidente aveva anche riportato ferite che in ospedale avrebbero giudicato guaribili in 40 giorni di cure.

Per il pm Giorgio Bocciarelli, in realtà, nessuno di loro aveva detto la verità: tant’è che i due gemelli sono stati rinviati a giudizio uno per autocalunnia, l’altro per concorso in autocalunnia. Secondo la Procura e i carabinieri, infatti, Gianluca Falconi quel giorno si sarebbe addossato le colpe dell’incidente per coprire il gemello Stefano che non aveva la patente ed era piuttosto alticcio. Secondo i legali, invece, forti del referto medico, Gianluca Falconi quel giorno era effettivamente alla guida dell’auto. Con l’accusa di favoreggiamento nei confronti dei due imputati, sono finiti nei guai anche alcuni loro compaesani: Raffaele Marceddu, Salvatore Loddo, Pierfranco Mura e Giovanni Serusi, difesi dall’avvocato Francesco Lai. (v.g.)

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