La Nuova Sardegna

Nuoro

A Nule cresce l’angoscia per il giovane scomparso

Stefano Masala, 28 anni, scomparso a Nule
Stefano Masala, 28 anni, scomparso a Nule

Stefano Masala, 28 anni, non dà sue notizie da giovedì 7. La sua auto trovata bruciata. Legami con l’omicidio di Orune?

10 maggio 2015
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NULE. «Stefano è una persona buona, non farebbe del male nemmeno a una mosca». Familiari e conoscenti descrivono così Stefano Masala, 28 anni, tifoso del Milan, devoto a Giovanni Paolo II. Uno che con la violenza non ha mai avuto a che fare, dicono.

A casa attendono sue notizie, dopo avere diffuso l’appello e avere presentato la denuncia di scomparsa ai carabinieri. C’è ansia e preoccupazione, ora forse anche paura dopo che l’auto con la quale si era allontanato è stata trovata bruciata in territorio di Pattada.

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«Tutto il paese attende il suo ritorno – ha spiegato ieri uno degli amici – e nessuno vuole pensare che gli sia successo qualcosa di brutto».

Disoccupato e con tanti amici, una vita tranquilla, una famiglia normale, Stefano non si era mai assentato per lunghi periodi e a casa tornava con regolarità, rispettando una monotonia ormai consolidata.

La famiglia ha fiducia nel lavoro delle forze dell’ordine. Quando il giovane è scomparso, si sono mobilitati in tanti, anche i barracelli. E la scoperta dell’auto distrutta dal fuoco - insieme all’assenza totale di notizie su Stefano Masala - ha creato un clima di forte pessimismo. La gente non lo dice chiaramente, ma c’è la paura che dietro ci sia qualche storia che il giovane non sarebbe stato in grado di prevedere. E quindi di gestire.

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La sera di giovedì, alle 19.42, poco prima di uscire di casa, Stefano aveva postato un pensiero sul suo profilo facebook: «A tutti i miei amici, buona serata...». Un pensiero pulito, libero da condizionamenti negativi e situazioni preoccupanti che avrebbero potuto attenderlo da lì a poco.

Gli investigatori da Orune, Nuoro e Sassari stanno guardando con attenzione a uno scenario che riguarda anche Nule e qualche altro centro del Goceano. E in questo contesto si stanno mettendo insieme i fili di amicizie, frequentazioni e “migrazioni” periodiche che possono portare a chiarire che cosa può unire la morte di un ragazzo di 19 anni che andava a scuola e un giovane di 28 che vive in un’altra realtà.

«Non ci spieghiamo il collegamento – hanno ripetuto ieri i familiari di Stefano Masala - non riusciamo a capire che cosa possa unire le due storie. Attendiamo con fiducia di vedere dove porta il lavoro degli inquirenti. (g.b.)

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