Siniscola, la protesta degli allevatori: «Fondi fermi a Roma»
SINISCOLA. Aumenta il prezzo del latte ma diminuisce la produzione a causa della persistente siccità, gli indennizzi compensativi sono in ritardo e manca ancora il saldo definitivo per l’epidemia di...
SINISCOLA. Aumenta il prezzo del latte ma diminuisce la produzione a causa della persistente siccità, gli indennizzi compensativi sono in ritardo e manca ancora il saldo definitivo per l’epidemia di lingua blu. Gli allevatori baroniesi sono in affanno e chiedono che la politica regionale, si faccia carico di velocizzare le pratiche per l’erogazione dei fondi europei ferme a Roma negli uffici dell’Agea. «Siamo andati avanti sinora solo con acconti» spiega Giuseppe Marrante allevatore e titolare con i familiari di un azienda agricola nelle campagne di Siniscola.
«Attendiamo l’erogazione del premio unico per le quote a capo, dell’indennità compensativa e del benessere animale. Mentre per quanto riguarda lingua blu, è vero che sono stati risarciti i capi morti ma per quanto riguarda il mancato reddito, le pratiche non sono ancora chiuse. I comuni hanno fatto da tempo i conteggi e spedito tutto in Regione ma ci deve essere ancora erogato circa il 20% della somma. A nome della categoria (Siniscola conta circa 250 aziende agropastorali e si registra un ritorno alle campagne soprattutto dell’imprenditoria giovanile), lanciamo un appello al presidente della Regione Pigliaru e all’assessorato all’agricoltura affinchè facciano pressioni per sbloccare i fondi europei e soprattutto che la gestione delle pratiche sia svolta in Sardegna con uno snellimento delle procedure evitando quindi lungaggini burocratiche.
Ritardi nell’erogazione dei pagamenti vengono segnalati anche nel settore del biologico «L’Argea di Nuoro istruisce con regolarità le pratiche – spiega Marrante – ma poi tutto si blocca a Roma causando ritardi interminabili con ovvie ripercussioni per gli allevatori e agricoltori costretti a fare ricorso a prestiti bancari per sopperire alle necessità aziendali». Marrante che gestisce un avviato minicaseificio ne ha anche per l’utilizzo del latte in polvere per la produzione di formaggio «Siamo assolutamente contrari e vogliamo che la Regione intervenga» dice.