Piantagione vicino a Olzai: due condanne
I fratelli di Gavoi Simone e Giovanni Zedde dovranno scontare la pena di un anno di reclusione
NUORO. Sono stati condannati a un anno di reclusione i fratelli di Gavoi, Simone e Giovanni Zedda accusati di coltivazione di sostanza stupefacente. I due, difesi dall'avvocato Francesco Lai hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Il processo si è svolto ieri mattina davanti al gup Claudio Cozzella e il pubblico ministero Giorgio Bocciarelli che aveva chiesto la condanna a due anni.
I giovani erano stati arrestati dai carabinieri della compagnia di Ottana e dai colleghi dello squadrone Cacciatori di Sardegna che avevano scoperto una piantagione di marijuana, in località “Maleurbei” nella campagne di Olzai. Le piante alte fino a 150 centimetri, erano sistemate in varie piazzole e coltivate in maniera certosina. Per l’irrigazione infatti era presente un funzionale sistema a goccia, che quotidianamente veniva attivato per fornire il sufficiente apporto d'acqua. L'intero complesso formato da tubi in gomma si alimentava direttamente da una fonte naturale posizionata ad una distanza di circa 300 metri dalla piantagione e il cui regolare corso era stato quindi opportunamente deviato. I coltivatori, per assicurare una certa cornice di sicurezza a chi direttamente operava sulle piante, si posizionavano in vari punti che permettevano l'osservazione sulle aree circostanti in modo da attivare il dispositivo in caso di presenza di pattuglie in zona. Uno di questi punti di osservazione, attrezzato anche di binocolo, era stato individuato dai carabinieri. L'intera piantagione era stata poi estirpata e posta sotto sequestro in attesa di provvedere al relativo campionamento per le analisi. Proprio in prossimità delle piante, tra le altre cose, erano stati rinvenuti e sequestrati dai militari svariati mozziconi di sigaretta. Grazie all'ausilio del Ris di Cagliari, che aveva analizzato le tracce di dna presenti, si era potuto creare il collegamento con i due fratelli gavoesi che ieri sono stati condannati. (k.s.)