Reazioni al divorzio Eni-Saipem
L’ex sindaco Ladu: «Aspettiamo il parere dell’amministrazione»
ARBATAX. Difficile trovare qualcuno che faccia capriole di gioia, a Tortolì-Arbatax, per il “divorzio”, dopo 58 anni, di Eni da Saipem, che ad Arbatax ha un proprio cantiere operativo, l’Intermare fabrication yard. Come già riportato, il Fondo Strategico Italiano, che fa capo alla Cassa depositi e prestiti, ha sottoscritto un contratto di compravendita con Eni, per il 12,5 per cento della quota dello stesso Cane a sei zampe in Saipem. L’ex sindaco Franco Ladu (Casa democratica) chiede un intervento urgente della giunta regionale: «Questo divorzio di Eni da Saipem, non mi pare sia una bella cosa. L’esecutivo isolano, da quando è in carica, cosa ha fatto per capire come i vertici nazionali di Eni e della controllata Saipem intendessero muoversi verso il nostro sito di Intermare fabrication yard (interamente Saipem). Attendiamo con speranza, dopo gli interventi sulla Nuova della Cgil Ogliastra e del consigliere regionale ogliastrino Franco Sabatini, cosa ne pensa l’amministrazione comunale di centrodestra, visto che l’ex Intermare è l’unica industria rimasta».
Intanto, Saipem si attende di incassare «alcune centinaia di milioni» dalle dismissioni di asset non-core previste nel piano industriale. Saipem, ha spiegato in conferenza stampa l'amministratore delegato Stefano Cao, intende dismettere le navi di produzione galleggianti («per cui è stato aperto un processo formale e conferito un mandato a una banca»), la quota nel consorzio Cepav per la realizzazione dell'alta velocità in italia e la vendita di uffici di ingegneria. (l.cu.)