Desulo chiede il diritto allo studio
Disagi per 80 studenti pendolari: da quasi un mese l’Arst ha sospeso le corse a causa della viabilità disastrosa
DESULO. All’incontro con l’assessore regionale ai Lavori pubblici, in programma domani a Cagliari, Gigi Littarru parteciperà come sindaco di una comunità che rivendica uno dei diritti più elementari, quello allo studio, ma anche come genitore di una studentessa del Liceo linguistico di Nuoro che ogni mattina deve alzarsi all’alba e fare i salti mortali per arrivare in orario sui banchi di scuola. Da quasi un mese Desulo è stato cancellato dai percorsi degli autobus dell’Arst, unici mezzi pubblici disponibili per raggiungere Fonni e poi Nuoro o, dall’altro lato, Tonara e Sorgono. Nelle condizioni del sindaco ci sono altre ottanta famiglie che rivendicano trasporti pubblici per i loro ragazzi che frequentano le scuole superiori nei centri vicini e nel capoluogo, e nel frattempo si arrangiano trasportando a turno gli studenti con le proprie auto.
Nei giorni scorsi, dopo aver atteso invano una svolta nella sospensione del servizio cominciata il 2 novembre, gli studenti hanno occupato pacificamente il municipio, esponendo sulla facciata dell’edificio lenzuola con scritte che rivendicano pari diritti con i loro coetanei di realtà più fortunate, almeno dal punto di vista logistico o dei trasporti. Con loro i genitori, ma anche tanti desulesi che hanno voluto portare la propria solidarietà. La mancanza di trasporti pubblici, infatti, ricade su centinaia di persone che ogni giorno devono raggiungere il proprio posto di lavoro fuori sede o recarsi negli uffici o negli ospedali di Nuoro e Sorgono.
Come si è arrivati alla sospensione dell’Arst? Il 29 ottobre scorso il direttore generale della Provincia Manuel Delogu ha emanato un’ordinanza di declassamento per le strade di competenza dell’ente che versano in condizioni disperate. Il motivo è che la Provincia, istituzione di cui ancora non è chiaro il futuro con la riforma degli enti locali, non ha i fondi per provvedere alla manutenzione ordinaria delle strade, figuriamoci per quella straordinaria. Il provvedimento ha penalizzato numerose comunità dell’interno, ma Desulo è sicuramente il paese che subisce i maggiori disagi.
Accanto all’ordinanza che limita a 60 chilometri orari la velocità nella strada provinciale 7, infatti, è stato vietato il transito ai mezzi con un peso superiore alle 8,8 tonnellate: in una parola ai pullman. E l’Arst non ha potuto fare altro che adeguarsi. Nel tratto della provinciale a sud di Desulo, infatti, si è verificato da tempo uno smottamento che mette a rischio la circolazione dei mezzi pesanti: si procede per qualche decina di metri su un’unica corsia (segnalata, ma priva di semafori). Lo stesso accade nel tratto della Sp 7 a nord del paese: chi proviene da Fonni, in prossimità di Desulo incappa in un’altra sfilza di cartelli e viene convogliato su un’unica corsia a causa di un altro smottamento.
Perché non vengono riparati i due tratti stradali? Non ci sono soldi, taglia corto la Provincia. Ma Littarru non ci sta. «Non stiamo parlando di danni dell’ultim’ora – dice il sindaco – ma di disastri annunciati da tempo. Su questa strada la Provincia non ha mai fatto manutenzione, quindi non è un problema di oggi, con l’ente commissariato e costretto all’ordinaria amministrazione. Gli smottamenti sono stati segnalati anni fa. Ma le giunte Deriu e Tidu hanno preferito spendere i soldi pubblici in altro modo, evidentemente». Littarru non lo dice, ma al cronista viene in mente la strada fantasma che dovrebbe sorgere non lontano, la transmontana Cossatzu-Tascusì poi finita nell’inchiesta Sindacopoli. «Eppure la Provincia riceve puntualmente i tributi che esige da noi cittadini di Desulo – dice Littarru –. Voglio ricordare che ha aumentato la Tari dall’1,5 al 5 per cento, con un aggravio che nel nostro caso è di diecimila euro l’anno».
Rincara la dose Massimo Melis, assessore alla Cultura e alle Attività produttive. «La Sp 7 attraversa Desulo per quattro chilometri, è anche la via principale del paese: ogni esercizio che voglia usufruire di utilizzo del suolo pubblico deve versare il tributo alla Provincia, non al Comune. Oltre al danno la beffa».