La Nuova Sardegna

Nuoro

Arru incontra i medici: «La riforma è inevitabile»

L’assessore: «No al terzo polo sanitario, ma il San Francesco sarà rinforzato» Gli operatori di geriatria lamentano la riduzione dei posti letto: ne resteranno 9

24 febbraio 2016
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NUORO. «Dobbiamo avere il coraggio di fare delle scelte, seppure impopolari, per realizzare un modello di rete ospedaliera che sia il più possibile integrato omogeneamente nel sistema dell’offerta sanitaria della Regione, e che presuppone la circolarità e l’integrazione dei servizi». È stato, probabilmente, uno dei confronti più impegnativi e appassionati, quello di ieri pomeriggio, per l'assessore regionale alla salute Luigi Arru, negli ultimi mesi alle prese col tour de force in giro per l'isola, per illustrare il provvedimento di riorganizzazione della rete ospedaliera, già approvato dalla Giunta e in attesa di essere discusso in Consiglio.

Lo spiega subito Arru, ai colleghi nuoresi che non sono voluti mancare all'incontro, nell'aula Donata Marchi dell'Ordine dei medici, che sarebbe stato molto più facile, per lui, fare il “nuorese”, e decretare urbi et orbi che il San Francesco deve restare HUB di secondo livello. Ma una programmazione è necessaria e la legge Balduzzi non può essere derogata più di quanto è già stato fatto. La stessa definizione di ospedale di primo livello “rinforzato” per il San Francesco, ha spiegato l'assessore a chi lo rimproverava di non aver difeso abbastanza il terzo polo, significa tener conto di una storia importante e delle specialità esistenti. Una risposta anche a chi, in queste ore, sta facendo una dura battaglia in Ogliastra. Antonio Cama, medico di medicina generale a Lanusei parla chiaro: «Siamo solidali con Nuoro perché mantenga il presidio di secondo livello e, contemporaneamente, Lanusei salvi il suo ospedale di primo livello. Anche Matteo Stochino lancia un amo ai nuoresi del terzo polo sanitario, e illustra in poche battute la posizione del forum sanità del Pd locale: difesa a oltranza delle ragioni della permanenza dell'ospedale di primo livello a Lanusei, che - di conseguenza – deve poggiarsi su un secondo livello a Nuoro. Anche stavolta, però, bisogna fare i conti con una legge, la 135 del 2012 (meglio nota come Balduzzi), in base alla quale una regione con un bacino di abitanti come l'Ogliastra (59mila) non avrebbe diritto ad avere neppure l'ospedale di base, per il quale sono richiesti almeno 80mila abitanti. D'altra parte quello del riordino della rete ospedaliera è un atto di programmazione e, checché se ne dica, il Nuorese e l'Ogliastra hanno continuato a perdere popolazione. La paura più forte, tra gli operatori sanitari del territorio, è che la ridefinizione di un sistema possa vanificare i traguardi raggiunti da un ospedale, quale è il San Francesco, che nel corso degli ultimi decenni ha già dimostrato di saper razionalizzare e tagliare doppioni, creando al tempo stesso reparti attrattivi per un bacino di 300mila pazienti, che dunque va ben oltre la popolazione della storica provincia di Nuoro. «Se proprio si deve razionalizzare – ha affermato più di uno, a mo' di esempio – si parta da Cagliari che, ad esempio, conta su 22 chirurgie...». C'è anche il tempo per rispondere agli operatori della Geriatria, preoccupati per la riduzione dei posti letto prevista per il loro reparto (scenderà a 9). Una via d'uscita potrebbe essere rappresentata dalle piattaforme assistenziali per i post-acuti. Poi la promessa di altri incontri. Ora la palla passa al Consiglio regionale, dove emergeranno sicuramente le istanze di ogni singola regione storica della Sardegna. (plp)

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