La Nuova Sardegna

Nuoro

Aziende agricole in ginocchio dopo lunghi mesi di siccità

Aziende agricole in ginocchio dopo lunghi mesi di siccità

Macomer, il direttore dell’Ara parla di «annata maledetta» che non consentirà il raccolto del fieno I costi per gli operatori rischiano di salire alle stelle quando saranno costretti a comprare i mangimi

21 aprile 2017
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MACOMER. Per le campagne è un’annata difficile, da dimenticare. Nell’autunno 2016 e nella primavera iniziata un mese le piogge sono state pochissime. Autunno e primavera sono stagioni fondamentali per le aziende zootecniche perché l’erba cresciuta spontaneamente nei campi consente il pascolo brado, fondamentale per la qualità ma anche della quantità del latte. Le piogge della primavera, inoltre, determinano il raccolto del foraggio a fine stagione. Nel primo mese della primavera, invece, non è caduta neppure una goccia d’acqua. Mario Bitti, direttore dell’Ara di Nuoro e Ogliastra, nella conferenza stampa di presentazione delle mostre zootecniche di Ozieri, Arborea e Macomer ha parlato di «annata maledetta» che mette in ginocchio le aziende, e ha concluso che «tra una settimana sarà tutto secco». Ciò significa che quest’anno per il fieno non ci sarà raccolto.

Nel Marghine non piove da più di un mese. Le giornate di pioggia dell’inverno appena trascorso si possono contare. In un territorio in cui l’economia è fortemente caratterizzata dalla presenza di attività agropastorali le conseguenze della siccità sono immaginabili. I costi già alti della gestione aziendale schizzeranno alle stelle quando gli allevatori saranno costretti a comprare il foraggio che nei campi non è cresciuto. Il 2016 è stato per Macomer uno degli anni meno piovosi. Se si escludono i 110 millimetri di pioggia caduti a settembre, di cui 52 millimetri caduti in 90 minuti il 24 settembre quando si allagarono strade e sottopassi, la seconda metà dell’anno considerarsi quasi siccitosa. Le cose non sono andate bene neppure nei mesi precedenti. Nel 2016 a Macomer sono caduti complessivamente 436 millimetri d’acqua, quasi la metà rispetto alla media degli anni che vanno dal 1971 al 2000 (in media 900 millimetri all’anno), e meno del 2015 (616 mm).

Dal bollettino mensile di monitoraggio della siccità per il mese di marzo 2017 del Servizio meteorologico, agrometeorologico ed ecosistemi dell’Arpas, emerge anche un altro dato, che riguarda le anomalie climatiche. Queste rappresentano lo scostamento in millimetri del bilancio del mese dai valori medi riferiti al periodo 1971-2000, cioè alle rilevazioni di 30 anni. A Macomer e nelle campagne del Marghine a marzo sono caduti da 60 a 69 millimetri in meno rispetto alla media dei trent’anni considerati nel raffronto. Praticamente ha piovuto pochissimo o quasi nulla. Un altro dato allarmante è quello sul rischio di desertificazione. Metà del territorio di Macomer è classificato come “fragile” o “critico” nei diversi livelli, che nel primo caso vanno da 1 a 3 e nel secondo da 1 a 2. Parlare di cambiamenti climatici è azzardato, ma è evidente che gli ultimi sei mesi sono tra i più siccitosi dell’ultimo decennio. Le conseguenze dell’agricoltura, che è alla base dell’economia del territorio, sono pesanti. (t.g.t.)

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