Lotta all’abusivismo ricettivo: sanzionati 30 bed and breakfast nel Nuorese
Nella rete dei carabinieri strutture di tutto il territorio. Sono state inflitte multe per un totale di 360mila euro
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NUORO. Lotta all’abusivismo ricettivo. Controlli a tappeto da parte dei carabinieri nei B&B e affittacamere di tutto il territorio provinciale. Di 238 attività verificate, 30 sono state sanzionate per un totale di 360mila euro. Ben 11 gestori sono stati denunciati alla Procura per non aver comunicato le generalità degli ospiti alle autorità di pubblica sicurezza, impedendo, in un periodo di massima allerta per l’ordine pubblico, il monitoraggio delle persone, soprattutto straniere, soggiornanti nella provincia.
Molti erano sprovvisti di licenza, mancavano di autorizzazioni eppure erano presenti su internet, pronti ad accogliere prenotazioni on line da tutto il mondo. Un fenomeno diffuso in tutta Italia e presente , dunque, anche nel Nuorese.
L’attività di analisi da parte dei militari si è svolta incrociando i dati presenti sulle varie banche dati in uso all’Arma e i dati forniti dai Comuni, con le strutture ricettive presenti sui siti internet, nonché sui social network, ove spesso si annidano offerte di ricezione turistica. È stata quindi scandagliata la rete, acquisite le informazioni sul numero di stanze, i prezzi praticati, le recensioni e i feedback ricevuti dai clienti quali prova diretta dell’attività turistica abusiva. Sono stati acquisiti moltissimi dati utili all’attività di monitoraggio del settore, che sono stati integrati dai militari attraverso una capillare azione di osservazione, controllo e sopralluoghi occulti nelle adiacenze delle strutture reclamizzate. Le posizioni interamente irregolari – 30 in tutto – sono state segnalate ai Comuni, competenti ad irrogare le sanzioni amministrative, che nel caso di “esercizio abusivo di attività ricettive” (cioè in totale assenza della «segnalazione certificata di inizio attività», obbligatoria per l’avvio di strutture nello specifico settore), ai sensi dell’art. 26 della L.R. 16/2017 vanno da un minimo di 2mila a un massimo di 12mila euro. L’operazione dei carabinieri, i cui controlli proseguiranno nel corso dei prossimi mesi, ha puntato a tutelare soprattutto la sicurezza dei cittadini. Chi affitta il proprio appartamento “in nero” ai turisti, infatti, non solo evade le tasse e le imposte o arreca un danno economico alle strutture regolari, ma al contempo non permette agli organi di polizia di identificare le persone che vengono ospitate in città, come invece fanno tutte le strutture regolari. (k.s.)
Molti erano sprovvisti di licenza, mancavano di autorizzazioni eppure erano presenti su internet, pronti ad accogliere prenotazioni on line da tutto il mondo. Un fenomeno diffuso in tutta Italia e presente , dunque, anche nel Nuorese.
L’attività di analisi da parte dei militari si è svolta incrociando i dati presenti sulle varie banche dati in uso all’Arma e i dati forniti dai Comuni, con le strutture ricettive presenti sui siti internet, nonché sui social network, ove spesso si annidano offerte di ricezione turistica. È stata quindi scandagliata la rete, acquisite le informazioni sul numero di stanze, i prezzi praticati, le recensioni e i feedback ricevuti dai clienti quali prova diretta dell’attività turistica abusiva. Sono stati acquisiti moltissimi dati utili all’attività di monitoraggio del settore, che sono stati integrati dai militari attraverso una capillare azione di osservazione, controllo e sopralluoghi occulti nelle adiacenze delle strutture reclamizzate. Le posizioni interamente irregolari – 30 in tutto – sono state segnalate ai Comuni, competenti ad irrogare le sanzioni amministrative, che nel caso di “esercizio abusivo di attività ricettive” (cioè in totale assenza della «segnalazione certificata di inizio attività», obbligatoria per l’avvio di strutture nello specifico settore), ai sensi dell’art. 26 della L.R. 16/2017 vanno da un minimo di 2mila a un massimo di 12mila euro. L’operazione dei carabinieri, i cui controlli proseguiranno nel corso dei prossimi mesi, ha puntato a tutelare soprattutto la sicurezza dei cittadini. Chi affitta il proprio appartamento “in nero” ai turisti, infatti, non solo evade le tasse e le imposte o arreca un danno economico alle strutture regolari, ma al contempo non permette agli organi di polizia di identificare le persone che vengono ospitate in città, come invece fanno tutte le strutture regolari. (k.s.)