La Nuova Sardegna

Nuoro

Il Ciusa resta chiuso, capitale della cultura senza musei comunali

di Paolo Merlini
Il Ciusa resta chiuso, capitale della cultura senza musei comunali

Da quattro mesi non ci sono soldi per vigilanza e pulizie. L’appello del presidente del Man, che gestisce l’attività

25 aprile 2018
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NUORO. L’amministrazione comunale che candidava la città al ruolo di capitale italiana della cultura 2020 non ha i soldi per garantire l’apertura dell’unico museo di sua proprietà, il Tribu-Ciusa, chiuso al pubblico da 4 mesi per una ragione banale quanto sconcertante: non ci sono fondi per garantire la vigilanza, limitata del resto all’apertura del portone d’ingresso e alla chiusura a fine giornata, né per assicurare il servizio di pulizia del museo. L’amara constatazione è di ieri, dopo che nelle ultime settimane il dirigente del settore cultura Franco Rosu si era impegnato per trovare una soluzione ma ha dovuto fare i conti con le casse comunali e con l’approvazione di là da venire del bilancio dell’ente. Rosu aveva ipotizzato una somma intorno ai 70mila euro da qui a fine l’anno per garantire il servizio e dunque la riapertura, ma dall’ufficio ragioneria gli è stato risposto che la cifra non è disponibile.

Che fare allora? Rosu ha fiducia che subito dopo le festività, e dunque ai primi di maggio, una soluzione potrà essere trovata di concerto con il collega dirigente della Provincia Giuseppe Zucca. Dal 2016, infatti, è stato possibile riaprire il museo, chiuso da due anni, grazie a un’intesa tra Comune e Provincia, o più esattamente con il Man, che ha trasferito nell’ex tribunale di piazza Santa Maria della Neve una parte della propria collezione di arte sarda del ’900, la più ricca e importante della Sardegna, e ha gestito il museo Ciusa vero e proprio con le opere del grande scultore. L’accordo prevedeva che il Comune si accollasse le spese di vigilanza e di pulizia, mentre il Man avrebbe assicurato il personale del front office.

In realtà, come ha denunciato più volte il presidente del museo Tonino Rocca, il Comune è mancato gradualmente al proprio impegno, sino al 31 dicembre scorso, quando la coop di vigilanza ha interrotto il rapporto con il museo. Che è stato chiuso, anche a causa di un danno al tetto provocato dal maltempo, poi riparato, e di un problema alla rete informatica.

Cosa accadrà al rientro dalle festività? Il sindaco vorrebbe dare la gestione in toto alla Provincia, e dunque al Man, ma il presidente Tonino Rocca ha già detto che il museo non si può accollare una gestione così onerosa, almeno così come è stata indicata dal dirigente Rosu, cioè attorno ai 100mila euro l’anno. Per questo Rocca propone un incontro tra Provincia, Comune e museo per rivedere l’accordo di due anni fa, sostanzialmente inapplicato, e individuare una nuova strategia. E nel frattempo lancia un appello alla Regione e alla Fondazione Banco di Sardegna perché stanzino fondi per garantire la riapertura del museo ma soprattutto la sua continuità. Rocca è preoccupato non solo da un evidente danno di immagine, ma anche dallo stato di salute delle circa 200 opere della collezione, sostanzialmente abbandonate in un locale non climatizzato da mesi. Va detto infine che l’assessore alla Cultura Sebastian Cocco ritiene, al contrario del sindaco, che il museo debba restare al Comune, visto che è l’unico che fa capo all’amministrazione, e che debba essere trovata al più presto una soluzione alternativa nel contesto del sistema museale cittadino.

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