La Nuova Sardegna

Nuoro

Carnevale 2020: a Ottana attesa per “Sa prima essida”

di Federico Sedda
Carnevale 2020: a Ottana attesa per “Sa prima essida”

Le maschere etniche boes, merdùles e filonzana sfileranno la sera del 16 gennaio dopo i vespri con l'accensione del falò in onore di Sant’Antonio 

05 gennaio 2020
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OTTANA. Ottana si prepara a “Sa prima essia” delle maschere etniche. Non si sono ancora spenti gli echi delle feste di fine anno e della manifestazione “Pantheon eventi” che ha visto la partecipazione di artisti nazionali, quali Gene Gnocchi, Paolo Hendel e Vladimir Luxuria, che il paese già si tuffa nella preparazione di un nuovo evento, stavolta legato alla tradizione popolar-religiosa del paese: “Sa prima essia”, la prima uscita delle maschere etniche boes, merdùles e filonzana che si terrà la sera del 16 gennaio prossimo in occasione dei vespri e dell’accensione in piazza del grande in onore di sant’Antonio abate, patrono del fuoco.

La manifestazione, che apre le porte al carnevale 2020 che, quest’anno, avrà il suo culmine il 25 febbraio con il martedì grasso, è promossa dall’amministrazione comunale, dal comitato di sant’Antonio e dalle associazioni culturali del paese. Alla prima uscita delle maschere è legato anche il concorso fotografico nazionale bandito dal Comune che prevede la premiazione, a Carnevale, delle migliori foto scattate in occasione dei riti propiziatori che boes e merdules faranno intorno al fuoco la sera dei vespri in onore di sant’Antonio. Quest’anno il concorso si intitola “Sa prima essia tra mito e realtà. L’immortale danza di boes, merdùles e filonzana” e avrà un montepremi di mille euro: 700 euro al primo classificato, 200 al secondo e 100 all’autore della foto più votata dalla giuria popolare. Le iscrizioni dovranno essere effettuate la mattina del 16 gennaio, dalle 10.30 alle 16, in piazza San Nicola.

La partecipazione è gratuita. I preparativi per “Sa prima essia” sono già in corso secondo un meccanismo immutabile da sempre.

Come accade ormai da secoli, il 16 gennaio la comunità, organizzata in gruppi, procura, come da tradizione, la legna per l’accensione del grande fuoco. Nel pomeriggio si terranno i vespri e la benedizione del falò e la donazione del pane di Sant’Antonio. Alle 18.00 usciranno le maschere. Boes, merdules e filunzana faranno il loro ingresso in piazza san Nicola, ai piedi della grande basilica romanica, quando le fiamme saranno già alte. Le maschere arriveranno nel bel mezzo della festa annunciate dal suono ritmato dei campanacci. Gireranno per tre volte intorno al fuoco seguendo ritmi ancestrali alla ricerca di presagi propiziatori. Faranno da contorno ai riti l’offerta del vino, la cena collettiva in piazza e gli immancabili balli accompagnati dall’organetto e dal ritmo di “s’affuente” (un piatto in ottone ritmato con una grossa chiave) fino a notte fonda.



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