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Nuoro, allarme per i micro-cellulari in carcere

Simonetta Selloni
Nuoro, allarme per i micro-cellulari in carcere

Alcuni mesi fa era stato trovato uno smartphone in una cella. Venerdì 14 l’arresto del figlio di un recluso: ne voleva portare 8

17 febbraio 2020
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NUORO. Qualche mese fa gli agenti penitenziari di Badu ’e Carros avevano trovato un micro-cellulare in una delle celle della sezione AS3, che significa Alta sicurezza, mentre il numero 3, identifica i detenuti che provengono (e potrebbero rientrare) dal regime del 41bis. Anche allora, il telefonino lo aveva un recluso della nuova mafia pugliese, ambito di provenienza di Patrizio Villani, foggiano conosciuto come “il primitivo”, condannato a 30 anni per un omicidio. Era Villani il detenuto al quale erano destinati otto cellulari dual sim – stesse micro dimensioni –, altrettante sim card, e un buon quantitativo di droga. Tutto intercettate grazie a un lavoro di intelligence da parte degli agenti, con un’operazione che venerdì scorso ha portato all’arresto del figlio 19enne di Villani. La macchina dei controlli ha funzionato: e non è un caso, perché intercettare questi telefonini è una vera e propria impresa, visto che sono lunghi 6 centimetri, hanno una componentistica dove il metallo è quasi inesistente, e possono essere nascosti sia nelle suole delle scarpe, ma anche nelle parti intime.

«Siamo veramente soddisfatti, è stato fatto un grande lavoro da parte di tutti con il coordinamento della comandante Manuela Cojana», sottolinea Luciano Porcu, rappresentante degli agenti per la Cgil. Soddisfazione analoga l’avevano espressa anche il segretario regionale Cisl Fns Giovanni Villa e Michele Cireddu della UIl Polizia penitenziaria, per il quale «le poche unità in organico hanno dimostrato una grande capacità operativa».

La bravura degli agenti si è concretizzata nell’aver vigilato e aver saputo cogliere le titubanze di un ragazzino di 19 anni alle prese con una missione troppo più grande di lui. Era in città da qualche giorno, in un B&b a Santu Predu. Era autorizzato a incontrare il padre per due colloqui, uno venerdì e uno oggi.

Venerdì il ragazzo era nervoso. I poliziotti, dopo il controllo iniziale, ne hanno seguito le mosse. È apparso evidente che il padre gli chiedesse conto di qualcosa. Lui si è spostato dall’area dei colloqui con due scuse: andare al bagno e prendere una bibita. Per fare quest’ultima operazione, è uscito dalla zona controllata per recuperare i soldi (dentro non li avrebbe potuti portare) e poi prendere la bibita da un distributore automatico. Prima di rientrare dal padre, è scattato il controllo: il cellulare del tipo L8Star, costo 14 euro e 60 centimetri su Amazon, lo aveva in una confezione di tabacco, con alcune sim della compagnia Lycamobile. La droga, venti grammi di hascisc, nelle parti intime.

«Che vita vuoi fare, devi decidere» gli hanno detto gli agenti e la comandante Cojana. Il ragazzino ha confessato subito, e gli agenti hanno capito che quelle sim dovevano portare a qualcosa di più. Hanno chiesto l’intervento del nucleo cinofili, «Badu ’e Carros è l’unico istituto nell’isola a disporne», aggiunge la direttrice Patrizia Incollu, e, con l’autorizzazione del magistrato – il sostituto procuratore Giorgio Bocciarelli –, hanno perquisito la stanza nel B&b. E hanno trovato gli altri sette cellulari. Erano per Patrizio Villani, arrivato a Badu ’e Carros da un altro carcere della penisola dopo una vicenda analoga, legata al ritrovamento di telefonini in cella.

Questi micro-telefonini hanno un costo veramente basso, ma dentro il carcere si rivendono anche a 150 euro (con le due sim). Hanno funzioni limitate ma sufficienti per permettere a reclusi dell’Alta sicurezza di comunicare con l’esterno. O, più semplicemente, così come il possesso della droga, servono per chi li distribuisce a dimostrare una egemonia non interrotte dalla carcerazione. Oppure a dar ordini. Con le debite eccezioni: per Gennaro De Tommaso, “Genny ’a Carogna”, boss del traffico di droga a Forcella, il mini ma supertecnologico iPhone 8 serviva per guardare, dalla cella di Poggioreale, le partite del Napoli via streaming. Dopo la scoperta era stato trasferito, ora anche Villani sarà spostato. Il figlio, corriere forse suo malgrado, sarà invece processato.

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