Le mascherine dirottate, ne arriveranno 10mila
di Stefania Vatieri
Macomer, 26mila le aveva acquistate il Consorzio del pecorino romano: 15mila bloccate a Genova
29 marzo 2020
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MACOMER. Erano destinate all’ospedale San Francesco di Nuoro le migliaia di mascherine requisite qualche giorno fa all’aeroporto di Genova. Ventiseimila dispositivi di protezione individuale della categoria Ffp2, quelle usate dal personale sanitario a contatto con i pazienti positivi al Covid-19, per un valore totale di cinquantamila euro acquistate venti giorni fa dal Consorzio per la tutela del pecorino romano, per essere poi donate ai presidi ospedalieri di Nuoro e Sassari. Una boccata d’ossigeno che avrebbe garantito ai due ospedali sardi di poter far lavorare in sicurezza il personale medico e infermieristico e sopperire almeno per un po’ alle criticità esistenti riguardo la carenza di dpi. Il super carico di mascherine era arrivato quattro giorni fa direttamente dalla Cina all’aeroporto di Genova, dove la Protezione civile nazionale ha ordinato la requisizione dei dispositivi per destinarli all’ospedale pediatrico Gaslini di Genova. A niente è valso l’intervento del presidente della Regione Christian Solinas e di numerosi parlamentari e consiglieri sardi che hanno inoltrato la richiesta alle Autorità di Governo nazionale affinché le mascherine potessero arrivare a destinazione. «Siamo molto dispiaciuti per ciò che è accaduto – spiega con rammarico Salvatore Palitta, presidente del Consorzio di tutela del pecorino romano –. Due giorni fa è arrivata la comunicazione ufficiale che le mascherine erano state destinate a un ospedale di Genova e che quindi non sarebbero mai arrivate in Sardegna – racconta –. Un parte dei dispositivi, ben 26mila mascherine Ffp2, erano destinate agli ospedali di Nuoro e Sassari dove sappiamo esserci una vera emergenza per quanto riguarda il reperimento di dpi – aggiunge –. Una donazione per contribuire seppur marginalmente alle criticità del sistema sanitario profondamente colpito da questa situazione con l’auspicio di poter uscire nel più breve tempo possibile dall’emergenza e con meno danni possibili. Una piccola parte invece l’avremmo utilizzata per garantire l’adeguata protezione ai nostri dipendenti», conclude Palitta. Ma, come sottolineato dallo stesso governatore della Sardegna, «non è il caso di accendere polemiche. Con il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ci siamo messi d’accordo: diecimila delle mascherine requisite rimarranno lì, l’altra metà arriverà in Sardegna». Quale sia poi il criterio di distribuzione alle strutture sanitarie del Paese dei dpi requisiti non è ben chiaro, ciò che è certo invece è la possibilità per la Protezione civile, fino al termine dell’emergenza Coronavirus, di requisire anche a privati presidi sanitari o medico chirurgici, beni mobili ma anche immobili per l’assistenza e l’ospitalità dei contagiati. Una misura contenute nel Decreto Legge e messa in campo per far fronte alle criticità date dall’emergenza Covid-19.