La Nuova Sardegna

Nuoro

Bosa, riabbraccia finalmente i suoi cari dopo 3 mesi di lotta al Covid

Alessandro Farina
Bosa, riabbraccia finalmente i suoi cari dopo 3 mesi di lotta al Covid

Antonio Vignoli ha vinto una durissima battaglia contro il Covid. Dall’ospedale di Nuoro a Oristano, a lungo è stato in condizioni disperate

11 luglio 2020
2 MINUTI DI LETTURA





BOSA. Battaglia vinta: Antonio Vignoli torna a casa. Professionalità e umanità di medici e personale ospedaliero, amore per la famiglia, determinazione, fede, speranza, tanta sofferenza. Dopo mesi di lotta con il Covid-19, ieri Antonio Vignoli ha riabbracciato moglie, figlia, nipotino, i suoi cari e i suoi amici. «Ritorna con il corpo segnato da un duro combattimento, dal quale però esce vincitore, un vero e proprio eroe» dice con orgoglio la figlia Valentina, che lo aspetta a braccia aperte dopo un lunghissimo periodo di lontananza forzata, quando nessuno poteva portargli direttamente una parola di conforto, una carezza. Novantasei giorni d’ospedale: un mese in coma e quindici giorni di terapia intensiva al San Francesco di Nuoro, poi la lunga riabilitazione al Santa Maria Bambina di Oristano, l’interminabile calvario prima delle dimissioni.

Originario di Massa Carrara, 66 anni, da 30 cittadino di Bosa, Antonio Vignoli racconta la sua lotta per vivere, per battere il virus. «Dopo quindici giorni a casa, considerato che antibiotici e medicinali che mi erano stati prescritti purtroppo non facevano effetto, abbiamo chiamato il 118. Era il 3 aprile, mai mi sarei aspettato quello che poi è accaduto» dice. Arrivato a Nuoro, dopo una prima visita, la diagnosi è di infezione da Covid-19. «Sono stato subito intubato, messo in coma farmacologico, le mie condizioni erano gravi, per un lungo periodo disperate» ricorda. «Ogni tanto mi svegliavo, vedevo i medici, gli infermieri, cercavo con lo sguardo mia moglie, i mei cari» i flash di quei terribili giorni.

A maggio la svolta, quasi insperata dopo più di un mese di coma, il lento cammino verso la guarigione. «Uscito dal coma ho trascorso 15 giorni in terapia intensiva. Non potevo muovermi, ero debolissimo, nessuno poteva venire a trovarmi. È stata durissima» dice da Oristano. «Prima di andare in pensione ero un idraulico specializzato. Sono alto quasi un metro e novanta, pesavo cento chili, ero in piena forma quando mi sono ammalato. Oggi ho 22 chili di meno». «Voglio ringraziare per la professionalità e per l’umanità il personale dell’ospedale di Nuoro, e quello di Oristano in questa fase di riabilitazione. Fra poco potrò tornare a casa, non vedo l’ora» il tempo, breve ma forse il più intenso, che lo separa dalla ritrovata serenità, dall’abbraccio dei suoi cari e degli amici. Dopo i giorni crudi del distanziamento, le tante amenità lanciate alle volte con troppa disinvoltura via social, ora anche Bosa lo accoglierà, come uno dei suoi figli che torna da una durissima guerra.

©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative