La barca nuragica ha solcato il mare
di Giusy Ferreli
Arbatax, ospite e padrino dell’inaugurazione il campione di vela, Andrea Mura
27 luglio 2020
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ARBATAX. Esperti costruttori di torri di pietra in grado di sfidare i millenni, audaci guerrieri pronti ad affondare le loro lunghe lame di bronzo nei corpi dei nemici e, infine, navigatori che solcavano le rotte commerciali del Mar mediterraneo. L’epopea dei nuragici è andata in scena ad Arbatax grazie ad un progetto di Andrea Loddo, appassionato artigiano della storia sarda. La sua nave nuragica, frutto di una passione che lo ha spinto a studiare il misterioso passato della Sardegna, ha mandato in visibilio la platea di appassionati che sabato poco prima del tramonto si è ritrovata nel porticciolo turistico per una serata all’insegna della divulgazione e della cultura.
«Siamo riusciti a concretizzare un progetto al quale tenevamo tantissimo – ha detto l’artigiano di Lanusei che visibilmente emozionato ha raccontato nei dettagli del lavoro certosino durato quasi un anno e portato avanti con l’associazione storico-archeologiche “ Sulle tracce di Dan, gli ultimi nuragici” e con il professor Gerolamo Barabino –. Da settembre abbiamo lavorato per definire i dettagli dell’imbarcazione ricavati dalla navicella votiva in bronzo rinvenuta a Bultei – ha aggiunto Loddo che è intervenuto su un gozzetto di 7 metri degli anni 70, un escamotage per consentire l’utilizzo dell’imbarcazione in chiave turistica –. Realizzarla non è stato semplice». Le corna della protome di cervo che si staglia sulla prora sono state comprate su internet, la vela di lino è stata realizzata dalla veleria Mura e finanziata da Nurnet grazie al sostegno della Fondazione di Sardegna al progetto “Nuragicamente”. «Ora – ha osservato l’artigiano – bisognerà vedere se la vela assolverà al suo compito. Questa è l’archeologa sperimentale». La vela di lino, che avrà una dimensione di 4 metri di altezza per 6 di larghezza per un totale di 24 metri quadrati, non è stata dispiegata per il varo statico di sabato sera che è accompagnato dal suono delle launeddas, e dal rituale di una “sacerdotessa” nuragica che ha cosparso la testa di cervo intagliata nel legno con del vino. L’imbarcazione è stata “benedetta” dal campione di vela Andrea Mura, arrivato in Ogliastra con la sua barca “Vento di Sardegna” per far da padrino alla serata.
«Sono molto orgoglioso di partecipare a questa manifestazione. La barca nuragica – ha detto il velista – è un’icona, una testimonianza della nostra storia e della nostra identità. Spero che anche altre località dell'Isola prendano spunto da questa iniziativa».
«Siamo riusciti a concretizzare un progetto al quale tenevamo tantissimo – ha detto l’artigiano di Lanusei che visibilmente emozionato ha raccontato nei dettagli del lavoro certosino durato quasi un anno e portato avanti con l’associazione storico-archeologiche “ Sulle tracce di Dan, gli ultimi nuragici” e con il professor Gerolamo Barabino –. Da settembre abbiamo lavorato per definire i dettagli dell’imbarcazione ricavati dalla navicella votiva in bronzo rinvenuta a Bultei – ha aggiunto Loddo che è intervenuto su un gozzetto di 7 metri degli anni 70, un escamotage per consentire l’utilizzo dell’imbarcazione in chiave turistica –. Realizzarla non è stato semplice». Le corna della protome di cervo che si staglia sulla prora sono state comprate su internet, la vela di lino è stata realizzata dalla veleria Mura e finanziata da Nurnet grazie al sostegno della Fondazione di Sardegna al progetto “Nuragicamente”. «Ora – ha osservato l’artigiano – bisognerà vedere se la vela assolverà al suo compito. Questa è l’archeologa sperimentale». La vela di lino, che avrà una dimensione di 4 metri di altezza per 6 di larghezza per un totale di 24 metri quadrati, non è stata dispiegata per il varo statico di sabato sera che è accompagnato dal suono delle launeddas, e dal rituale di una “sacerdotessa” nuragica che ha cosparso la testa di cervo intagliata nel legno con del vino. L’imbarcazione è stata “benedetta” dal campione di vela Andrea Mura, arrivato in Ogliastra con la sua barca “Vento di Sardegna” per far da padrino alla serata.
«Sono molto orgoglioso di partecipare a questa manifestazione. La barca nuragica – ha detto il velista – è un’icona, una testimonianza della nostra storia e della nostra identità. Spero che anche altre località dell'Isola prendano spunto da questa iniziativa».