La Nuova Sardegna

Nuoro

Dal Mali a Mamoiada vini senza frontiere con Nassar e Aziz

di Luca Urgu
Dal Mali a Mamoiada vini senza frontiere con Nassar e Aziz

Tirocinio formativo della Coldiretti nella cantina Sedilesu Una foto in vigna diventa virale e conquista i social

26 settembre 2020
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MAMOIADA. Sono bastati solo pochi giorni e diverse ore trascorse insieme per diventare amici. Imparare a conoscersi e a scherzare, pratica fondamentale per alleggerire il lavoro in vigna che soprattutto in questo periodo di vendemmia è particolarmente faticoso. Poi l’idea di farsi immortalare tra i filari, uno difronte all’altro. Uno che copre le spalle all’altro, come solo gli amici veri sanno fare. Davide Siotto, 24 anni, di Mamoiada e Nassar, del Mali, posano in uno scatto luminoso e ricco di significati. Il padrone di casa tiene in mano un grappolo di cannonau nero, il suo coetaneo uno di bianca granazza.

Cannonau e granazza sono due vitigni storici e identitari di questo territorio che lavora senza pregiudizi all’inclusione. L’immagine di Davide che in questi giorni sta dando una mano nelle vigne dello zio Salvatore Sedilesu e di Nassar colti in una pausa di lavoro sorridenti e complici parla da sola.

Dentro quello scatto ci sono due mondi vicini che non si guardano con sospetto, c’è vicinanza e complicità. Di sicuro nessun pregiudizio o forma di becero razzismo, un male che per fortuna qui non ha mai attecchito.

«Era da qualche giorno che pensavo di fare questo scatto. L’ho proposto a Nassar che è subito stato al gioco divertito. Ovviamente per me ha tutti questi significati che l’istantanea suggerisce. Di rispetto per chi ha la pelle di un colore diverso, di vicinanza verso chi è meno fortunato di noi ma che si guadagna la stima delle persone con il suo comportamento. E Nassar è uno di questi» racconta Davide che ha postato questa foto nel suo profilo social incassando una valanga di like e commenti. Nassar e un altro ragazzo del Mali, Aziz, lavorano nell’azienda di Salvatore Sedilesu da qualche mese grazie ad un tirocinio formativo avviato dalla Coldiretti.

«Sono due ragazzi splendidi. Da quando hanno messo piede in azienda non c’è giorno in cui non si siano fatti apprezzare per impegno, serietà e voglia di imparare. Il Covid ha interrotto la loro presenza, diciamo che nel disagio generale c’è anche un aspetto positivo. Hanno potuto conoscere un momento fondamentale per un’azienda vinicola, cioè la vendemmia ed apprezzare il lavoro ma anche la convivialità – dice il titolare dell’impresa –, il mio desiderio non lo nascondo è quello di tenerli, anche con un contratto a tempo e farò di tutto per riuscirci».

Anche Salvatore (Tore Sedilesu) è rimasto molto impressionato dalla bellezza e dal significato di quell’istantanea che ha fatto il giro del web. «Ho visto che con mio nipote l’intesa è nata subito. Nessuno di loro si è sentito estraneo a quello che succede in azienda. La disponibilità è massima e da parte nostra la riconoscenza c’è tutta».

Chi segue Nassar e Aziz nelle loro mansioni quotidiane è un dipendente di Tore Sedilesu, Carlo Manca. «Lui ha sette figli, io ne ho cinque. Diciamo che ne abbiamo aggiunto altri due con gioia alla nostra già numerosa prole e va bene così. Hanno le famiglie lontane, scappano dalla guerra. Ci piacerebbe essere per loro qualcosa di positivo e rassicurante».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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