La Nuova Sardegna

Nuoro

Emergenza Covid a Barisardo, una interrogazione di Corrias

di Lamberto Cugudda
Emergenza Covid a Barisardo, una interrogazione di Corrias

BARISARDO. Sanità ed emergenza epidemiologica: il consigliere regionale ogliastrino del Pd, Salvatore Corrias, presenta un’interrogazione sulle difficoltà dell’ Usca di Barisardo, che può contare...

23 ottobre 2020
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BARISARDO. Sanità ed emergenza epidemiologica: il consigliere regionale ogliastrino del Pd, Salvatore Corrias, presenta un’interrogazione sulle difficoltà dell’ Usca di Barisardo, che può contare solo su infermieri per la gestione domiciliare dei pazienti positivi. «Quando è stata costituita a maggio – prima in Sardegna – afferma – l’Unità speciale di continuità assistenziale di Barisardo, poi diventata nota come Usca, erano altri tempi e, soprattutto, erano altri i numeri: di positivi da monitorare, di test e tamponi da effettuare, di cittadini da rassicurare. Il personale individuato, quattro medici e tre infermieri, poteva, allora, essere sufficiente per prestare assistenza a un territorio dove la pandemia aveva fatto solo capolino».

Per Corrias le cose sono cambiate e questa ondata autunnale di contagi si è infranta anche sull’Ogliastra mettendo a dura prova tutto il sistema sanitario ogliastrino, la cui carenza di personale è oramai, su tutti i fronti, evidente. «Si va – precisa – dal reparto di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Lanusei all’Unità di Igiene pubblica, dove il lavoro aumentato a dismisura costringe gli operatori a turni massacranti. Abbiamo perciò depositato, come gruppo Pd, l’ennesima interrogazione avente per argomento la sanità ogliastrina». Stavolta si chiede al presidente Solinas e all’assessore Nieddu se siano a conoscenza che l’Usca di Barisardo «è in forte sofferenza e che necessita di altro personale, soprattutto infermieristico, per sopperire a un carico di lavoro diventato, negli ultimi tempi, davvero imponente; e domandiamo loro di intervenire tempestivamente per incrementare la dotazione organica». E conclude: « Non si può pensare di arginare la diffusione del virus se non si potenziano in maniera adeguata tutte le strutture sanitarie preposte a farlo».

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