La Nuova Sardegna

Nuoro

L’appello: «Casa Satta non deve ospitare un ufficio turistico»

L’appello: «Casa Satta non deve ospitare un ufficio turistico»

L’ex sindaco Annico Pau scrive al primo cittadino Soddu «L’immobile sia destinato solo a libri e memorie del poeta»

31 gennaio 2021
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NUORO. La casa che fu di Sebastiano Satta dovrà ospitare i fondi librari storici e soprattutto le memorie del poeta e avvocato. Nessun altro utilizzo può essere compatibile. Lo afferma l’ex sindaco di Nuoro, Annico Pau, in una lettera aperta al suo successore, in carica, Andrea Soddu: «Apprendo con disappunto che lo studio del poeta Sebastiano Satta sta per diventare un ufficio turistico. Spero tanto che la notizia – incalza Pau – sia priva di fondamento. Infatti, mi parrebbe strano che, dopo il progetto di ristrutturazione portato a termine dal comune di Nuoro e acquistati gli arredi, per ridare all’ambiente il suo giusto valore storico -culturale, il tutto venga vanificato con una scelta a mio parere improvvida e ingiustificata».

La casa di cui si dibatte è stretta tra la fine di via Angioi e la piazza che dagli anni ’60 è dedicata a “Pipieddu” (il nomignolo con cui Satta era noto), per ricambiare il fatto di avere con l’ingegno e la passione umana esaltato la Nuoro a cavallo tra ‘800 e ‘900. Il Comune l’ha acquistata agli inizi del Duemila, levandola dall’asta giudiziaria alla quale era stata condannata con il pignoramento dei beni, per una storia di debiti, a un imprenditore originario di Orune che l’aveva precedentemente comprata. Il restauro successivo, costato un milione di euro, l’ha riconsegnata nella disponibilità del Comune. Ma sarebbe dovuto essere solo un possesso temporaneo, prima del passaggio al consorzio bibliotecario.

Già programmato lo stesso allestimento, con gli arredi originari dello studio del poeta, dove collocare i suoi manoscritti, i libri e gli altri oggetti che gli appartennero. All’interno, anche uno spazio per i diversi fondi librari di cui il consorzio “Satta” è proprietario. Il progetto culturale ha tra l’altro un suggello importante, del 1953, da parte del figlio di Satta, Vindice, in una lettera al primo cittadino del tempo, Alfredo Atzeni. Vi esprime «la più viva riconoscenza» per l’intenzione del Comune di acquistare la casa del padre, realizzarci la sede della biblioteca, «e attribuire stabile dimora a quant’altro varrà a ricordare l’opera e la vita di Lui».

L’idea odierna di farci convivere ufficio turistico e casa-museo, l’ex sindaco Pau non l’approva: «Risulterebbe iniquo – scrive a Soddu – riservare, da parte dell’amministrazione comunale, un tale trattamento, alla figura di colui che, con la sua opera, ha dato lustro alla nostra città e all’intera Sardegna». Nelle parole di Pau l’inopportunità della scelta assume un carattere più marcato, perché si attua nel momento in cui «la città si prepara a festeggiare il centocinquantesimo anniversario dalla nascita del premio Nobel, Grazia Deledda». (f.p.)

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