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Nuoro

Dopo 11 anni la Provincia vince la causa sui fanghi

Dopo 11 anni la Provincia vince la causa sui fanghi

L’ente ne aveva bloccato l’utilizzo: erano degli impianti di depurazione di Ottana Il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tar: vale il principio di precauzione

07 aprile 2021
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NUORO. In tema di tutela della salute e dell’ambiente vincono i principi di precauzione e prevenzione anticipata. Lo conferma il Consiglio di Stato con una sentenza che dà ragione alla Provincia di Nuoro. La controversia era insorta nel marzo 2010 a seguito ad un ipotizzato superamento dei limiti di concentrazione di paraxilene in una partita di fanghi provenienti dagli impianti di depurazione di Ottana e destinati all’agricoltura. La Provincia intimò subito il divieto di utilizzare quei fanghi fino alla bonifica dell’area potenzialmente contaminata da uno sversamento accidentale e fino a che i rifiuti derivati dalle operazioni di bonifica fossero stati correttamente smaltiti. L’azienda che trattava i fanghi, dal canto suo aveva presentato ricorso al Tar contro la delibera conseguente del sindaco di Dorgali che di fatto sospendeva le operazioni di spandimento degli stessi fanghi su aree agricole del territorio comunale. Anche l’Arpas, sempre nel marzo 2010, paventava una «possibile fonte di inquinamento» dei fanghi provenienti dall’impianto di depurazione di Ottana.

Anche il Consorzio industriale provinciale che gestiva il depuratore consortile era intervenuto sulle condutture dell’impianto e sul terreno circostante con scavi successivi nel tempo; il che aveva evidenziato che «lo paraxilene defluito nel terreno a seguito della rottura delle tubazioni avesse fatto ingresso nell’impianto di depurazione, e quindi nei fanghi», senza che si potessero escludere ulteriori modalità di contaminazione. Il Tar, tuttavia, con la sentenza del 2012 aveva accolto il ricorso annullando gli atti impugnati sul presupposto, tra gli altri, che la disciplina dell’uso dei fanghi in agricoltura, in relazione alla protezione dell’ambiente, ed in particolare del suolo, aveva stabilito soglie limite solo per i metalli pesanti, ma non per i microinquinanti organici, quale il paraxilene.

Secondo il giudice amministrativo di primo grado la valutazione della Provincia di Nuoro, al pari di quella del Comune di Dorgali e dell’Arpas, sarebbe stata «sostanzialmente inappropriata ed eccessivamente cautelativa». Dopo undici anni il Consiglio di Stato (presidente Claudio Contessa, estensore Carla Ciuffetti) dà ragione alla Provincia. «In sostanza la sentenza di primo grado – spiega l’avvocato Priamo Siotto, difensore della Provincia – sosteneva che il principio di precauzione è in generale condivisibile ma può essere invocato quando effettivamente si riscontrino dubbi sulla tossicità. Mentre se la concentrazione di una sostanza è tale da essere ritenuta idonea, a livello scientifico /regolamentare, a consentirne l’utilizzo come fango in agricoltura, la precauzione non avrebbe ragione di sussistere. Davanti al Consiglio di Stato abbiamo invece sostenuto che l’operato della amministrazione provinciale doveva ritenersi legittimo in quanto vi erano esigenze di prevenzione anticipata proprio in mancanza di una determinazione di diritto positivo della soglia limite del paraxilene, che è una sostanza tossica, nei fanghi destinati all’agricoltura. Il principio di precauzione nella utilizzazione in agricoltura dei fanghi – chiude infine l’avvocato Siotto – è finalizzato alla più ampia protezione dell’ambiente e dunque implica un’indagine accurata che escluda il rischio di contaminazioni del suolo».

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