La Nuova Sardegna

Nuoro

«A Siniscola sanità e servizi a pezzi»

di Sergio Secci
«A Siniscola sanità e servizi a pezzi»

Il consigliere comunale Satta: «Tagli, carenze, ingiustizie e pazienti sballottati»

25 maggio 2021
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SINISCOLA. Mentre le attenzioni sanitarie si concentrano sulla somministrazione dei vaccini, proseguono le criticità al distretto sanitario di Siniscola e che riguardano sopratutto i servizi, la medicina territoriale, la prevenzione. «Abbiamo spesso denunciato carenze e difficoltà che siamo costretti a subire – dice il consigliere comunale di Zente Nova-Ups Antonio Satta – partendo dal servizio di igiene pubblica dove mancano i sanitari da quasi due anni. Un medico igienista viene da Nuoro una volta settimana e garantisce le vaccinazioni obbligatorie ai bambini fino ai sei anni ma per le vaccinazioni non obbligatorie ci si deve rivolgere a Nuoro. Nell’assistenza domiciliare: ci sono 43 pazienti da seguire almeno tre volte l settimana ma ci sono solo cinque infermiere per tutto il distretto che conta nove comuni. Dove gravitano anche oltre 200 pazienti pre-stazionali e per mancanza di personale infermieristico, non si possono garantire servizi di assistenza di terzo livello».

«Abbiamo poi i pazienti oncologici che viaggiano a Nuoro anche tre volte la settimana per seguire la terapia – prosegue Satta – carico di lavoro enorme anche al servizio di Salute Mentale con una sola psichiatra che andrà in pensione fra pochi mesi. Il servizio entro pochi mesi si troverà con quattro infermieri una assistente sociale una psicologa a metà che segue il Serd che ha qualche centinaio e più pazienti. Il ginecologo manca almeno da 4 anni e nessun servizio per la prevenzione donna e maternità. Mentre non è stata ancora riattivata Pneumologia». «Negli ultimi anni – conclude – sono andati in pensione o trasferiti almeno 40 tra medici, infermieri e amministrativi. Viviamo sulla nostra pelle e sulla salute lo smantellamento di quei servizi che possano garantire a tutti la possibilità di curarsi. Famiglie e persone malate sballottate da una parte all’altra come ingombri. Fino a quando siamo disposti a stare zitti e subire queste ingiustizie. Vorremmo che i sindaci del Distretto alzassero la voce contro la politica regionale».

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