La Nuova Sardegna

Nuoro

Dissequestro del dna, decisione attesa

di Giusy Ferreli
Dissequestro del dna, decisione attesa

Lanusei. Il tribunale deciderà se dare i campioni alla fondazione che si è costituita

05 settembre 2021
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LANUSEI. Bisognerà attendere una settimana per sapere se il presidente del tribunale di Lanusei deciderà di dissequestrare i campioni biologici e i dati della biobanca Shardna e di affidarli alla custodia della fondazione costituita di recente su impulso dell’associazione Identità ogliastrina e di diversi comuni ogliastrini. L’istanza di dissequestro del codice genetico dei donatori che hanno revocato il consenso alla Tiziana life sciences, la società con sede a Londra che ha acquistato la biobanca all’asta fallimentare nel 2016 per 258mila euro, è stata presentata al presidente Giorgio Cannas venerdì mattina. «Questa iniziativa, qualora la magistratura decidesse di affidarci i campioni – sottolinea Flavio Cabitza, il dentista foghesino a capo dell’associazione che si è spesa per far tornare il Dna nel territorio già all’indomani della vendita –, è il primo, importante passaggio per le attività di ricerca della fondazione appena costituita con la preziosa collaborazione dell’Università di Sassari». I campioni biologici e le informazioni sui 13mila donatori e sui loro antenati sono ancora custoditi nel laboratorio del Parco genetico di Perdasdefogu. Il materiale biologico e i dati vennero messi sotto sequestro dalla Procura di Lanusei dopo una denuncia per il furto di migliaia di provette, trasferite in un ospedale di Cagliari, culminata in un’inchiesta conclusasi con una sfilza di non luogo a procedere per tutte le persone coinvolte, amministratori e scienziati. Il percorso della nuova realtà è solo all’inizio ma ci sono già dei filoni di ricerca scientifica che verranno presentati ufficialmente il 22 settembre. Intanto, la neonata fondazione sta incassando l’adesione di quasi tutti i comuni dell’Ogliastra e della Barbagia di Seulo che parteciparono al progetto originario avviato nel 2000 dalla società SharDna, poi ceduta al San Raffaele di Milano, e di nuovi comuni come Tortolì, Villagrande Strisaili e Tertenia. All'appello manca solo la Regione che pure aveva annunciato l'intenzione di costituire una sua fondazione a tutela del genoma sardo. Alle prime parole non sono seguiti i fatti ma non è mai troppo tardi.

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