La Nuova Sardegna

Nuoro

Pamuk a Nuoro: «Grazia Deledda is very strong»

di Luciano Piras
Pamuk a Nuoro: «Grazia Deledda is very strong»

Il Premio Nobel turco incanta il Ten Teatro Eliseo: «Il vostro Premio Nobel ha una potenza espressiva davvero unica»  

01 giugno 2022
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NUORO. «Molti dei libri di Grazia Deledda sono stati tradotti in turco più di quanto non siano stati tradotti in inglese. Probabilmente perché i turchi amano leggere la letteratura, in particolare i Premi Nobel per la Letteratura. Per esempio: ci sono due diverse traduzioni di “Elias Portolu”, pubblicato in due edizioni, poi c’è “Canne al vento”... ». L’applauso del Ten Teatro Eliseo scatta all’improvviso appena il Premio Nobel turco Orhan Pamuk cita il celebre romanzo del Premio Nobel nuorese. «La capacità di Grazia Deledda era quella di essere sintetica ma efficacie, ritengo che “Canne al vento” sia la sua opera migliore» sottolinea lo scrittore di Istambul. Ieri a Nuoro per aprire ufficialmente le celebrazioni nel 150° anniversario della nascita di Grazia Deledda organizzate dal Comitato promotore voluto dal ministro della Cultura Dario Franceschini e presieduto da Marcello Fois. «Noi siamo il comitato povero» è la frecciatina lanciata dallo scrittore nuorese in aperture dell’evento. «Noi siamo quelli che porteranno a Nuoro altri due Nobel, dopo Pamuk» ha annunciato senza entrare nei dettagli. «In occasione del Redentore organizzeremo in città gli Stati generali della scrittura» ha proseguito. «E daremo incarico al grande muralista Jorit affinché realizzi a Nuoro un ritratto di Grazia Deledda».

Intanto c’è Pamuk che risponde alle domande di Marco Ansaldo, inviato di Repubblica a Istanbul. A tradurre in simultanea dall’inglese, davanti alla sala gremita e assetata di sapere, è Monica Maricosu. A dare il benvenuto a Nuoro, «benvenuto nella nostra città e nella nostra Sardegna», ci ha pensato poco prima il sindaco del capoluogo barbaricino Andrea Soddu. Orhan Pamuk racconta in presa diretta della sua visita pomeridiana alla Casa Deledda, trasmette al pubblico l’emozione provata a guardare dalla finestra verso quel monte Ortobene che tanto affascinava la scrittrice di Santu Predu. «Ho provato la stessa sensazione che provavo a casa di mia nonna» spiega Pamuk. Le sue parole sono una vera e propria lezione di letteratura comparata. Parla del 150° di Grazia Deledda a Nuoro come pure del 150° di Marcel Proust a Parigi; sottolinea più volte il grande talento della scrittrice barbaricina che lo ha sempre colpito per «la fiducia che aveva in se stessa»; la prosa poi: più poetica di quella di Émile Zola; l’accostamento quasi naturale con Fëdor Dostoevskij. «Ma sia chiaro: Grazia Deledda è unica» ribadisce, come a voler allontanare qualsiasi tentazione di facili accostamenti. «Grazia Deledda is very strong», è una potenza di per sé stessa. Insomma: la lectio magistralis di Orhan Pamuk ha un profilo davvero alto e coinvolgente, un sapore tutto internazionale. «Quanti scrittori sono in grado di stimolare la curiosità di andare a vivere o a vedere le esperienze dei luoghi descritti nei libri?» domanda. «Sono molto felice quando incontro le persone che vengono a Istanbul perché hanno letto i miei romanzi e vogliono vedere dal vivo i particolari che ho descritto. Ecco: questo è lo stesso motivo per cui io sono venuto qui a Nuoro per fare esperienza di Grazia Deledda». La standing ovation parte immediata, come a voler dimenticare la tensione vissuta domenica scorsa quando lo scrittore turco ha annunciato di voler saltare a pie’ pari l’appuntamento con Nuoro. Ritirato la sera prima a Porto Cervo il Premio Costa Smeralda (dalle mani del direttore artistico Stefano Salis, presente anche lui ieri al Ten Teatro Eliseo), evidentemente qualcosa era andato storto. Dopo un piccatissimo comunicato stampa del Comitato ministeriale, e alcune ore di trattative al cardiopalma, la situazione per fortuna è rientrata. «Tutto è bene quel che finisce bene» aveva esultato Marcello Fois. «Sono felicissimo di essere qui a Nuoro» ha confermato ieri sera Orhan Pamuk, premio Nobel nel 2006, ottant’anni dopo Grazia Deledda.

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