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Il campo del Frogheri è secco: la Nuorese emigra a Mamoiada

di Francesco Pirisi
Il campo del Frogheri è secco: la Nuorese emigra a Mamoiada

Impianto di irrigazione in tilt, il Comune corre ai ripari

16 agosto 2023
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Nuoro Il manto erboso del “Frogheri” si è seccato e la Nuorese deve emigrare a Mamoiada. Dove dal 21 agosto svolgerà la preparazione per il campionato di Promozione regionale. Un problema non messo in conto per il club verdazzurro, che da una settimana è passato sotto la guida dell’imprenditore Gianni Pittorra. Ma in municipio assicurano che l’inconveniente è già in via di soluzione. L’assessore dello Sport, Fabrizio Beccu: «Si è rotta la pompa del sistema di irrigazione, e tra l’acquisto e il montaggio ci è voluto un po’ di tempo. L’impianto è comunque di nuovo funzionante – spiega ancora Beccu – e in una decina di giorni rimetteremo a posto anche il prato». La squadra verdazzurra dovrebbe ritornare nella sua casa naturale almeno per la seconda parte del programma di preparazione fisico-tecnica, predisposto dal nuovo mister Luca Rusani.

L’inconveniente non è conseguenza di presunte inefficienze del Comune nella cura del vecchio comunale. L’assessore dello Sport ci tiene a farlo presente. E per questo allarga il discorso oltre la condizione del tappeto erboso: «Il “Frogheri” – dice – è dal mese di aprile interessato da una serie di lavori, che dovranno consentire il collaudo, dopo un’attesa di 50 anni. Si è intervenuti – continua Beccu – per rinnovare gli impianti elettrici e della sicurezza nel suo complesso, oltre a realizzare i nuovi bagni e i tornelli per l’accesso al campo dei disabili». Su altri interventi di ammodernamento non ci sono notizie. Nonostante la volontà espressa dall’amministrazione del sindaco Andrea Soddu su un progetto di ammodernamento generale. Il complesso di viale Repubblica è datato, e fermo a un intervento di riqualificazione fatto alla fine degli anni ’60, quando il campo fu dotato del prato erboso.

I maggiori segni dell’usura proprio nel campo da gioco. Così come sono di vecchia concezione gli spalti, poco ospitali soprattutto nella brutta stagione. In seno alla dirigenza per il momento non sembra tuttavia la questione centrale. L’impegno è di rilanciare il club, risucchiato in questi anni nell’anonimato dei dilettanti regionali. Impegno che si sono assunti Pittorra e i circa 100 soci, che hanno risposto alla formula dell’azionariato popolare. Ognuno con un contributo di 500 euro. Una schiera che sembra destinata a crescere, a conferma della voglia della città di spingere verso la risalita del club, che vanta oltre 30 anni di presenze nella quarta serie nazionale. «L’idea del progetto – ha affermato Pittorra – è nata per riportare la Nuorese nel posto che merita. Sappiamo che ci attende un compito difficile – ha aggiunto – anche perché stiamo partendo in ritardo. Rassicuriamo i tifosi che ci impegneremo al massimo, mettendo da parte il passato e le tante parole che in questo periodo hanno riempito la città». Voci preoccupate sul futuro del club, sorte durante la trattiva con la vecchia dirigenza, chiusa solo dopo un tira e molla di alcune settimane. Negli ultimi giorni si è avuta la definizione dei quadri societari e la scelta del tecnico, Rusani, 43enne, di Sassari, due stagioni fa primo proprio in Promozione con il Calangianus. C’è invece da ricostruire quasi per intero la rosa, compito affidato allo stesso Pittorra e a Gianfranco Moro, direttore sportivo, ed ex difensore verdazzurro.

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