Droga e infiltrazioni mafiose, il prefetto di Nuoro convoca un vertice
Lente puntata sugli esponenti della criminalità organizzata a Badu ’e Carros. Giancarlo Dionisi chiama i capi delle Procure e della Dda e la direttrice del carcere
Nuoro Il traffico di stupefacenti non è mai stato così fiorente, specialmente di marijuana, diventata una preziosa merce di scambio tra la malavita sarda e quella continentale per portare nell’isola eroina, cocaina e armi. E soldi da investire, magari sulle coste. Accanto a tutto questo c’è il carcere di Badu ’e Carros, dove sono rinchiusi numerosi esponenti della criminalità organizzata, dalla Camorra alla Sacra Corona Unita. Un mondo tutt’altro che inaccessibile e chiuso in se stesso, come ha dimostrato l’evasione nel febbraio scorso di un detenuto ad alto indice mafioso, e la rete di connivenze interna ed esterna al carcere che ne ha agevolato la fuga. Temi e connessioni da non sottovalutare secondo il prefetto di Nuoro Giancarlo Dionisi che ha convocato per oggi un supervertice del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica allargato al procuratore capo della Repubblica di Cagliari e coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia della Sardegna Rodolfo Sabelli, il procuratore generale di Cagliari Luigi Patronaggio e la procuratrice della Repubblica di Nuoro Patrizia Castaldini. Con loro anche la direttrice della casa circondariale di Badu ‘e Carros Patrizia Incollu e il dirigente della polizia penitenziaria Amerigo Fusco.
Oggetto dell’incontro sarà «una nuova disamina del rischio di infiltrazioni mafiose nel territorio provinciale, pericolo correlato alla diffusione del traffico di stupefacenti in Sardegna e alla particolare composizione della popolazione detenuta nel carcere nuorese, sottoposta a regimi detentivi speciali con carattere di stanzialità», recita una nota della prefettura di Nuoro. L’incontro si propone di elaborare «misure di prevenzione e delle strategie da adottare per fronteggiare le potenziali contaminazioni del tessuto socio-economico ad opera della criminalità organizzata radicata nella Penisola». Interpellato dalla Nuova il prefetto Dionisi conferma il carattere preventivo dell’incontro, anche se è evidente che alcuni segnali ci sono.
«L’evasione dal carcere – dice il rappresentante del governo – ha dimostrato che Badu e’ Carros non è un mondo a sé. Ci sono detenuti altamente pericolosi e un conseguente afflusso notevole dei loro familiari. Tutto questo espone il territorio del Nuorese al rischio di infiltrazioni malavitose. L’altro aspetto è che le coste dell’isola sono particolarmente appetibili per investimenti poco trasparenti e su questo occorre vigilare». Di più Giancarlo Dionisi non dice, soprattutto prima del vertice con i magistrati sardi che si svolgerà stamane a porte chiuse, ma appare evidente che ci siano segnali di infiltrazioni visto il ruolo dei magistrati invitati all’incontro, a cominciare dal coordinatore regionale della Direzione distrettuale Antimafia Rodolfo Sabelli. Ci sono connessioni con l’inchiesta “Monte Nuovo” che ipotizza l’associazione mafiosa tra colletti bianchi della politica e della sanità con esponenti di spicco della criminalità sarda e del traffico di droga?
«L’inchiesta è ancora in corso – dice il prefetto – e dunque è presto per valutarne gli effetti e la portata. Per ora non esiste un allarme mafia in Sardegna, ma il rischio di infiltrazioni è concreto anche in realtà come questa. L’importante è prevenire e fare in modo che non si creino le condizioni perché questo accada».
© RIPRODUZIONE RISERVATA