Sebastiano Mariani racconta Orune e gli orunesi con i “Versos de terra cruda”
Un centinaio di liriche raccolte dall’autore del monumentale “Ghìrthalos”, la monografia dedicata al paese
Orune Pungente e ironico, profondo e solenne, intimo e segreto, inquieto e severo come soltanto gli orunesi sanno essere. Poeta (anche se lui ci va molto cauto con questa definizione) in un paese di vento e di poeti. È Sebastiano Mariani, già funzionario di banca, di casa a Sassari, orunese doc, classe 1948, orunese ovunque, nel cuore e nello spirito. Immerso e sempre preso dalla sua gente, «non solu eroes chi pintan sas glorias / e naran cantu han depidu gherrare / né cantas disizadu hapo vitorias / in pensamentos de longu vizare» scrive in una sestina.
«Si esseret istadu solu amore / su chi sento po te in lontanantzia / dia cantare mutos d’isperantzia / mi dia ismenticare su dolore» prosegue in una recente raccolta stampata solo per gli amici, un’antologia poetica per pochi riservati che merita certamente una pubblicazione destinata al grande pubblico. “Versos de terra cruda” è il titolo del volume. Una raccolta di 93 componimenti nati, cresciuti, elaborati e limati in sardo, in orunessu.
Una raccolta di emozioni e suggestioni, che racconta una comunità, Orune, appunto, la Barbagia, la Sardegna. Vita morte e miracoli, in un lungo viaggio tanto a ritroso quanto proiettato in avanti. Succede così di leggere “Anticu abitadore” da una parte e “Puzones canterinos (in facebook)” dall’altra. “Su contu de Pepeddhu e de Mallena” e “Una rosa pro te frorit ancora”.
Esilarante a tratti, duro in altri, Sebastiano Mariani padroneggia le rime, la forma ma soprattutto la sostanza. È partecipe del suo mondo, empatico, osservante e osservato allo stesso tempo. Abituato del resto a leggere e analizzare la società con gli occhi lucidi del rigore e dell’esperienza vissuta. Prova ne è il suo monumentale “Ghìrthalos. Orune, tra la storia e le storie”, monografia pubblicata nel 2018 con Carlo Delfino editore. Ora non resta che aspettare: “Versos de terra cruda” aspettano soltanto di volare alto.