La Nuova Sardegna

Nuoro

L’inchiesta

Aste truccate, arresti eccellenti a Tortolì: in manette Franco Ammendola e Rocco Meloni

Aste truccate, arresti eccellenti a Tortolì: in manette Franco Ammendola e Rocco Meloni

Coinvolto anche un maresciallo dei carabinieri e un fratello di Sandro Arzu. Decapitato il management del Consorzio industriale d’Ogliastra

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Tortolì Dalle prime ore del mattino i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Nuoro e delle compagnie dipendenti stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ed ai domiciliari e decreti di perquisizione e di sequestro preventivo di edifici e terreni, emessi rispettivamente dal gip e dalla Procura di Cagliari a carico di 4 indagati, per diverse ipotesi di reato contro la pubblica amministrazione, contro il patrimonio e di natura informatica.

In manette sono finiti il presidente del consorzio industriale provinciale dell’Ogliastra, Franco Ammendola; il suo vice, Rocco Meloni, che è anche amministratore delegato di AliArbatax, la società di gestione dell’aeroporto di Tortolì; Gianni Collaro, il maresciallo comandante della stazione dei carabinieri di Arzana; Roberto Arzu, disoccupato di Arzana, fratello di Sandro, misteriosamente scomparso nei mesi scorsi.  

Secondo gli inquirenti, la vendita all’asta di appartamenti e terreni di una società – che era in procedura fallimentare – con sede a Tortolì, sarebbe stata turbata da Ammendola, Meloni e Arzu. I tre avrebbero minacciato i potenziali acquirenti al fine di farli desistere dal presentare un’offerta per favorire l’indagato prestanome dell’imprenditore fallito: in questo modo il bene sarebbe stato aggiudicato a un prezzo inferiore al vero valore.

In particolare, secondo le dichiarazioni di quanti avevano desistito dalla partecipazione all’asta, i potenziali acquirenti sarebbero stati destinatari di atteggiamenti e frasi ostruzionistiche in concomitanza dei sopralluoghi, ad opera dell’indagato che deteneva le chiavi degli immobili; a tali comportamenti sarebbero poi seguite esplicite minacce, mediante messaggi su fogli rinvenuti sul parabrezza dell’autovettura, nonché visite ricevute a domicilio e intromissioni “bonarie” ad opera di terzi, con esortazioni e consigli a ritirarsi dalla gara.

Dall’attività investigativa è emerso anche il coinvolgimento del maresciallo dei carabinieri di Arzana, Gianni Collaro, e di un assistente capo del Corpo forestale, quest’ultimo in servizio all’epoca dei fatti ed oggi in congedo e non destinatario di misure cautelari.

Secondo l’accusa Collaro avrebbe controllato, accedendo indebitamente alla banca dati Sdi in uso alle forze di polizia, con la sua userid personale, 5 persone che, in periodi diversi, avevano visionato gli immobili oggetto d’asta, desistendo poi dal presentare offerte. Per quanto finora emerso dalle indagini, l’ispettore dei carabinieri non avrebbe avuto ragioni di servizio plausibili (a parte il rapporto amicale con l’imprenditore sottoposto a procedura fallimentare) per svolgere accertamenti sulle persone interessate all’asta.

Pertanto oggi è finito agli arresti domiciliari e dovrò rispondere dell’ipotesi di accesso abusivo a sistemi informatici. Per l’imprenditore già sottoposto a iter fallimentare e per un altro indagato, il gip ha disposto la misura cautelare in carcere, mentre per l’imprenditore presunto prestanome, aggiudicatosi l’asta, gli arresti domiciliari.

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