La Nuova Sardegna

Nuoro

Giovani talenti

Antonio Mele, il piccolo grande suonatore di organetto cresce a Lodè

di Luciano Piras

	Antonio Mele
Antonio Mele

Ha tredici anni, frequenta la seconda media, studia e suona lo strumento musicale principe dei balli sardi

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Lodè Una passione sconfinata per le tradizioni locali, per gli usi e costumi di un tempo, per la musica popolare in particolare. Tanto che ogni volta che imbraccia l’organetto diatonico sembra già un maestro provetto e navigato. Invece ha 13 anni appena e un futuro luminoso davanti. Sempre pronto a imparare nuove armonie e nuovi passaggi sulla tastiera, come pure i segreti più reconditi per governare a dovere il mantice, Antonio Mele, classe di ferro 2012, ha già dato prova di sé con il mitico Castagnari che suona da qualche anno a questa parte.

Al Teatro Eliseo di Nuoro, per esempio: in occasione di uno spettacolo riservato agli studenti di varie scuole della provincia, è stato applaudito a lungo dopo un’esibizione fuori programma con i compagni delle medie di Lodè seduti in prima fila. Lui, Antonio, frequenta la seconda media. Orgoglio della sorellina Aurora, di mamma Annalisa Carta e babbo Luigi, Antonio Mele, deciso a imparare l’arte de su sonatore, si è affidato alle lezioni di Dalila Deiana, lodeina anche lei, virtuosa dei passi ritmati, da “su passu torratu” a “su ballu brincu”, protagonista sul palco in diverse sagre paesane, ben conscia del potere trascinante della musica tradizionale e grande appassionata dei balli sardi che scatena sulle piazze sua maestà l’organetto diatonico. È lei che ha trasmesso i primi insegnamenti all’allievo Antonio Mele.

Diventato nel frattempo la “mascotte” dell’Associazione culturale “Sa mascara netta”, la maschera tipica del carnevale di Lodè, nelle prime uscite pubbliche dopo l’esordio travolgente in paese. Il piccolo grande organettista ha così animato la festa con “su ballu a boch’e notte”, “su ballu brincu”, “su ballu tundu”, “sa colovredda”, “su dillu”, “su passu ’e tres”. Senza dimenticare i due tipi di “passu torratu”, “su ballu de tziu Pietrinu”, s’anticu e su nou, “su ballu baroniesu”, “su ballitu de Torpè” e “su ballitu de Siniscola”. 

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