La Nuova Sardegna

Nuoro

L’inchiesta

La cattura di Sandro Arzu: il finto agguato, la nuova vita e i sospetti degli inquirenti – LA RICOSTRUZIONE

di Valeria Gianoglio
La cattura di Sandro Arzu: il finto agguato, la nuova vita e i sospetti degli inquirenti – LA RICOSTRUZIONE

Nel presunto assalto subìto nel 2023 non tornava nulla

3 MINUTI DI LETTURA





Arzana Dopo l’attentato subìto, il 14 settembre del 2021, Sandro Arzu, interrogato dagli inquirenti, aveva sostenuto di non avere alcuna idea in merito ai possibili autori, e che lui, quella mattina, stava solo girando alla ricerca di funghi. E già da allora nessuno tra gli investigatori gli aveva creduto. Anche perché, come ricercatore di porcini, non era credibile, visto che quel giorno era vestito di tutto punto. L’accusa, poi, già sapeva di una sua condanna per detenzione illegale di stupefacenti, e sin da allora aveva inquadrato l’attentato del 2021 nell’ambito di un regolamento di conti tra bande di trafficanti di droga che operavano in Ogliastra e nel Cagliaritano. Tra gli altri, sin da allora, era spuntato il nome di Vincenzo Marongiu, compaesano di Arzu, e ritenuto dai carabinieri figura coinvolta negli stessi traffici.

Passa qualche anno e il nome di Sandro Arzu sale di nuovo alla ribalta delle cronache e dell’interesse investigativo. E anche in quella occasione gli inquirenti sospettano che sotto vi sia la droga. Succede due anni fa, la mattina del 16 marzo del 2023, quando gli investigatori trovano la sua Opel Corsa nelle campagne di Cumbidarteri, vicino ad Arzana, centrata da due colpi di fucile. Ma pure in quell’occasione, gli investigatori più esperti non se la bevono: c’erano troppe stranezze, in quel ritrovamento, e in seguito lo confermeranno le perizie balistiche, quelle sul Dna, e non solo. Tutto lasciava pensare a una messa in scena.

Come è emerso ieri mattina dalle pieghe dell’inchiesta approdata nei cinque fermi come indiziato di delitto, infatti, la mattina del 16 marzo 2023 sulla Opel di Sandro Arzu c’erano tracce di sangue troppo esigue per essere compatibili con un agguato culminato in due fucilate che raggiungono la postazione del conducente. E poi l’auto aveva il freno a mano tirato: nessuna vittima di un attentato del genere avrebbe mai potuto avere il tempo di tirare il freno a mano. Era solo la simulazione di un omicidio, insomma.

Gli inquirenti ne sono stati convinti sin dall’inizio: Arzu aveva deciso di sparire per mettersi al sicuro da colui che riteneva rappresentasse un pericolo: Vincenzo Marongiu. La stessa persona che, secondo la ricostruzione dell’accusa, Arzu avrebbe deciso di eliminare circa un anno dopo che aveva finto di essere stato ucciso. Per gli inquirenti aveva agito prima di diventare lui, la vittima.

E nel frattempo, però, in quell’annetto e mezzo circa intercorso tra la sua sparizione, l’8 marzo del 2023, e l’omicidio di Vincenzo Marongiu, avvenuto il 9 luglio del 2024, Sandro Arzu era rimasto del tutto sotto traccia, muovendosi probabilmente tra il suo paese e il Cagliaritano, doveva aveva molte conoscenze. Mentre in paese, dicono gli inquirenti, a dargli manforte nel periodo di latitanza c’era la sua cerchia familiare e di amicizie. Certo è che fino all’altra mattina, Sandro Arzu non era mai stato intercettato. Ma il suo nome, tuttavia, era stato captato più volte dagli inquirenti che seguivano diverse piste e indagati nel mondo della droga. 

Primo piano
Cronaca

Sassari, 50enne aggredito per strada: è gravissimo

Le nostre iniziative