La Nuova Sardegna

Olbia

Consiglio, via al Piano del centro storico

di Luca Rojch
Consiglio, via al Piano del centro storico

Approvato in aula il primo pezzo del Puc. Il Comune punta al recupero degli edifici per ripopolare il cuore della città

07 agosto 2013
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OLBIA. La città del futuro ha un cuore di pietra. Poco cemento fresco, molta attenzione per la storia e la cultura della Gallura. Dopo 23 anni di attesa, più o meno un’era geologica, in Consiglio comunale passa il Piano particolareggiato per il centro storico. E per dare vita a questa rivoluzione urbanistica è servita una maratona lunga una notte. L’aula ha approvato il documento che detta le regole per intervenire nel centro storico della città e nella frazione di San Pantaleo. «Un avvenimento storico – spiega l’assessore all’Urbanistica Carlo Careddu –. Il progetto ambizioso punta a ripopolare il centro storico e a restituire al cuore della città l’antica magnificenza. Col nuovo piano vogliamo riqualificare i due centri storici di Olbia e San Pantaleo con nuove politiche che devono salvare le tracce della storia. Nello stesso tempo devono rimuovere le incrostazioni urbanistiche stratificate negli anni. Vogliamo tutelare il patrimonio edilizio che già esiste, nel rispetto delle fasi storiche. Ma non vogliamo mummificare il centro». Il Comune con questo piano punta anche a incentivare il recupero di quello che già esiste. «Il territorio è un bene prezioso, il suo consumo deve essere fatto con saggezza. Ci sono decine di abitazioni che possono avere una nuova vita. Nel Puc siamo partiti da questo Piano. Vogliamo far ritornare la gente tra le vie di pietra. C’è un fenomeno di spopolamento costante nel cuore della città. Questi strumenti servono a contrastarlo e a invertire una tendenza negativa». Nel centro ora vivono appena 1200 persone, degli oltre 50mila abitanti che ha Olbia. Ci sono 406 case, 187 sono disabitate, 52 da recuperare con urgenza. Delle 2900 stanze del centro il 26 per cento non è occupato. «Il Piano particolareggiato si integra con l’altro grande progetto, il porto turistico pubblico – continua Careddu –. I punti cardine sono il piano del colore, il recupero delle altezze per allineare i fabbricati, la possibilità di cambiare la destinazione d’uso, per favorire le attività produttive e le abitazioni, la riqualificazione degli spazi pubblici e il ripristino di alcune vie che esistevano, come documentano le antiche cartografie alla base dello studio. La filosofia di fondo è coltivare e conseguire la qualità più che la quantità, il bello al posto della abbondanza». Fondamentale il lavoro della commissione Urbanistica guidata da Giorgio Spano, che ha passato al setaccio il piano e ha dato contributi indispensabili per costruire il telaio del progetto complessivo.

Nel Piano è previsto anche l’intervento sostitutivo da parte del Comune, nel caso in cui i privati non si impegnino al recupero degli edifici. E tutto il progetto è da sempre aperto alla integrazione. Alla fine sono state approvate dall’aula 60 osservazioni sulle 69 presentate. «Voglio precisare che il progetto è stato realizzato a costo zero – conclude Careddu – grazie alla attività degli uffici, del dirigente Tino Azzena e di un giovane architetto Cristian Taras, che ha lavorato al piano».

Una rinascita per tutto il centro storico, che occupa un area di 10 ettari. L’amministrazione punta a far insediare nel cuore della città oltre 4mila persone con un incremento di appena 30mila metri cubi. Anche perché gli interventi avranno come filo rosso la valorizzazione del patrimonio immobiliare che già esiste. Olbia riparte dal recupero dell’identità, dal rilancio urbanistico del suo centro storico.

@LucaRojch

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