La Nuova Sardegna

Olbia

Gli alluvionati: ora lo Stato dia risposte

Domani alle 10 in piazza Crispi da tutta l’isola cittadini, imprese, sindaci, volontari per chiedere i risarcimenti promessi

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OLBIA. Tutti in piazza domattina per chiedere al premier Renzi di rispettare gli impegni presi e il Governo risarcisca così i cittadini e le imprese dei danni subiti e permetta ai Comuni di derogare almeno in parte ai vincoli del Patto di stabilità per la realizzazione degli interventi necessari a garantire sicurezza delle città a rischio idrogeologico. A sei mesi esatti dall'alluvione del 18 novembre, domani la Sardegna vittima del ciclone Cleopatra sarà mobilitata nel centro diventato simbolo della tragedia per denunciare sofferenza, gridare disappunto, sdegno, irritazione.

«Tante promesse non rispettate, i cittadini non ne possono più, sono stanchi, vogliono gli assegni». Parole crude, per non girare intorno al problema, quelle pronunciate da Moreno Contini, animatore e coordinatore del Comitato per i diritti degli alluvionati che ha via via allargato il coinvolgimento di singoli, associazioni, enti, amministrazioni locali intorno alle vittime dell’alluvione nella battaglia che ha un obiettivo chiaro: ottenere i risarcimenti che ancora nessuno ha visto.

In cifre. Il numero rivelatore è il 90. Che solo per assonanza delle parole ha a che fare con la smorfia: qui non si tratta di fortuna ma di volti , famiglie, aziende ancora profondamente segnati dal ghigno della sofferenza e che vogliono toccare con mano quei 90 milioni tempestivamente promessi dallo Stato e rapidamente svaniti. «Lo Stato individui subito le risorse e dia i rimborsi per i danni strutturali e agli immobili subiti dai privati e dalle imprese – incalza Moreno Contini –: 25 milioni quelli calcolati sui cittadini, 17 quelli stimati per le imprese. Poi ci sono le opere pubbliche la cui valutazione è affidata ai Comuni ma di cui non si ha ancora una dimensione certa».

Le forme. Chiedono i rimborsi ma indicano anche le forme per ottenerli: «Anziché regalarli alle banche, lo Stato li destini direttamente al recupero dei danni, agli interessati». Idee chiare anche sul Patto di stabilità, che blocca i Comuni. «Una parte delle risorse deve essere liberata – spiega Moreno Contini - e indirizzata al ristoro dei danni sulle auto e sugli immobili. Un’altra quota alla sicurezza della città, ma i Comuni non possono agire perchè bloccati dalla burocrazia».

Le aziende. «Le stesse difficoltà valgono per le imprese – osserva Italo Fara, dirigente di Confcommercio Gallura –: c’è l’obbligo di presentare il Durc in regola, ma come si fa a dimostrare lo stato delle imprese colpite dopo 6 mesi dall’alluvione?». Sono 400 quelle censite dall’associazione di settore che proprio perché così duramente colpita «non poteva che essere presente in questa manifestazione». Spiega Fara: «Non è un’occasione di ringraziamento per le promesse ma una rivendicazione per ciò che non è stato fatto».

Il dolore. L’obiettivo è una risposta che sia risolutiva su tutto il fronte della tragedia. «Se non si fanno le opere è inutile che ci diano i soldi per ristrutturare casa – dice carica d’amarezza Arianna Sotgiu, anche lei dirigente di Confcommercio e titolare di un’attività commerciale – . Con quale coraggio e certezze possiamo rientrare nelle nostre case?Cosa accadrà se fra due anni ci sarà una nuova alluvione?».

Legge quadro. Il messaggio alle istituzioni, nell’agenda del Comitato, è anche la proposta di una legge-quadro che imponga la prevenzione e dia regole certe sulle dinamiche per affrontare con efficacia e celerità queste calamità.

L’iniziativa. Cittadini, comitati, associazioni (Movida di Olbia, Centro città e altre), Cna, quartieri, le amministrazioni comunali dell’isola (una decina di sindaci previsti) che hanno subito valanghe di acqua e fango e sono stati feriti dai lutti, domani saranno tutti alle 10 in piazza Crispi, a Olbia. Sul palco sono previsti numerosi interventi. Al termine un corteo si spingerà fino al porto Isola Bianca.

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