La Nuova Sardegna

Olbia

Santi Pietro e Paolo, un corteo di fedeli attraversa il centro

di Angelo Mavuli

Festeggiamenti a Tempio per gli apostoli padri della Chiesa Sfila la processione con le suprastantie campestri e i fidali

30 giugno 2014
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TEMPIO. Con il pontificale officiato dal vescovo di Tempio, monsignor Sebastiano Sanguinetti, la città ha celebrato solennemente, per il terzo anno consecutivo, la festa dei Santi Pietro e Paolo. Ricordata in particolare però la figura dell’apostolo Pietro, patrono della Cattedrale la cui effige in marmo capeggia sull’altare maggiore del tempio e una cui statua, (acquistata, qualche anno fa, in occasione del ripristino della festa voluto dal parroco don Antonio Tamponi), è stata portata in processione con grande partecipazione di gente. Al corteo, che ha attraversato all’imbrunire le vie del centro storico, hanno preso parte, con le loro caratteristiche bandiere decorate di colorati nastri voltivi, le suprastantie delle feste campestri e le diverse classi dei fidali che alternandosi, di anno in anno con le nuove leve, si susseguono da molti anni ormai nell’organizzazione delle festa patronale di San Paolo e della Madonna di Buon Cammino e nella festa di Sant’Isidoro, patrono dei contadini. La presenza dei fidali, che indossavano la caratteristica divisa, ha dato ancora più risalto ad una festa che, celebrata sempre in sordina sino a tre anni fa, ha ricevuto invece proprio dai fidali nuovo impulso e vigore. Di alto profilo anche l’omelia del vescovo che di fronte ad una chiesa gremita di fedeli ha parlato dei due santi come fondamento della Chiesa. Le celebrazioni civili, (un momento conviviale ed un intrattenimento danzante con il fisarmonicista, Marcello Lentinu sul sagrato della cattedrale), sono state invece affidate, come sempre, ai fidali del ’66 che, tre anni fa, dopo la festa patronale, hanno adottato, nel senso vero e proprio del termine, la chiesa Cattedrale che, agli ordini del parroco e secondo le sue indicazioni, curano con molta attenzione e molto affetto. Seguendo in questo, l’esempio di altre classi che, dopo le loro fatiche organizzative per le due feste principali, hanno adottato chiese, cittadine e campestri. Un garanzia questa non solo per la conservazione dell’immobile ma anche per le tradizioni che diversamente la città stava rischiando di perdere.

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