Market della droga, arrestate 8 persone
L’inchiesta sul maxi traffico di cocaina in città avviata dopo l’attentato incendiario a un negozio di tatuaggi in via Pitagora
OLBIA. Gli attentati incendiari e il traffico di droga si intrecciano, ancora una volta, nell’omertosa azione criminale che si consuma giornalmente in città. Ieri mattina nove persone sono finite in manette accusate dello spaccio di ingenti quantità di cocaina, hascisc e marjiuana che venivano smerciate, con tanto di “attestato di garanzia” a consumatori e piccoli spacciatori che le acquistavano direttamente alla fonte, a “Casa mia”. Da quì il nome dato all’operazione anticrimine coordinata dalla Procura di Tempio che ha portato in cella il capo della presunta banda di spacciatori, Cristian Ambrosio, 37 anni, la fidanzata Anna Saba (quest’ultima confinata agli arresti domiciliari: entrambi gli indagati sono assistiti dai penalisti Marzio e Mario Altana), e gli olbiesi Giada Carta di 28 anni, Marco Manzo di 32 anni e un cittadino extracomunitario che, al momento, resta uccel di bosco in una ben individuata località di un paese estero. Ai domiciliari sono finiti, come Anna Saba, anche Mauro Carboni di 24 anni (assistito dall’avvocato Giampaolo Murrighile), Lino Cau di 36 (difeso dall’avvocato Antonello Desini), Alessandro Arcangeli di 40 e un cittadino egiziano, Mohamed Alì Hassan Shawqui, di 43 anni. Nell’inchiesta portata avanti dal sostituto procuratore della Repubblica Angelo Beccu sono rimaste coinvolte altre 19 persone, tutte indiziate di reati minori che vanno dallo spaccio di modiche quantità di stupefacente agli atti intimidatori.
Proprio partendo da uno degli innumerevoli attentati incendiari gli investigatori sono riusciti a riannodare le fila di una organizzazione locale molto attiva nello spaccio di droga in città, in Costa Smeralda e in diversi locali frequentati dai giovani. Le bombe molotov che nell’ottobre dello scorso anno vennero lanciate contro un centro di tatuaggi e piercing, l’Hd Piercing di Via Pitagora, portarono gli uomini della squadra investigativa del commissariato di Olbia guidati dal vice questore Fernando Spinicci sulle tracce di un minorenne, (ritenuto uno degli esecutori dell’azione criminale) e del complice. Tenendo sotto stretta sorveglianza e intercettazione ambientale e telefonica i due giovanissimi i poliziotti entrarono in quella che a Olbia, nel giro dei consumatori di droga, era considerato il Sancta Sanctorum dello spaccio, la mega villa nel quartiere ospedale di Cristian Ambrosio, un ristoratore di origini campane già titolare con il fratello di “mezzo metro pizza 2” e di altri locali sulla Costa.
A casa di Ambrosio la droga, principalmente la cocaina, pare scorresse a fiumi, per mutuare le parole del sostituto procuratore della Repubblica Angelo Beccu che ieri, nel corso della conferenza stampa, nell’illustrare l’operazione Casa mia ha affermato che l’azione congiunta di magistratura e forze dell’ordine resta finalizzata a stroncare, con ogni mezzo, «il notevole flusso di sostanze stupefacenti che passa per la città, un fenomeno criminale fortemente diffuso e sul quale non daremo tregua». Dopo il fallito attentato all’Hd Piercing, sventato dal pronto intervento del destinatario dell’atto intimidatorio, ogni azione criminale messa a segno in città è stata rivista sotto una diversa luce dagli investigatori, che hanno esteso le loro indagini anche a Sassari (dov’è stato arrestato, dalla squadra mobile locale, uno degli indagati) e a Perugia, dove nel frattempo si era trasferito un’altro indiziato. Droga pura, quella venduta al minuto e all’ingrosso nell’abitazione di Cristian Ambrosio – la cui pizzeria di via Silvio Pellico subì un attentato incendiario nel 2010: in quell’occasione Cristian sostenne di non aver mai avuto screzi con nessuno –, oltre che nelle piazze e nei locali notturni. Un giro d’affari esteso e altamente redditizio che ha portato, nell’ultimo anno, al sequestro di diverse quantità di cocaina il cui grado di purezza aveva sbaragliato ogni concorrenza. Al punto tale che lo spacciatore che l’acquistava riusciva, oltre a consumarne una parte, a lucrarci sopra tagliandola e rivendendola ai suoi clienti.
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