Piccoli boss dello spaccio incastrati dai trafficanti
OLBIA. La sotterranea guerra per il controllo del traffico degli stupefacenti in città affiorò, con la sua preoccupante e devastante realtà, con la tremenda eslosione del Bar Milk Korova, di via...
OLBIA. La sotterranea guerra per il controllo del traffico degli stupefacenti in città affiorò, con la sua preoccupante e devastante realtà, con la tremenda eslosione del Bar Milk Korova, di via Roma. Un attentato ancora in cerca d’autore che diede modo agli investigatori di aprire uno spiraglio (subito chiuso dalla insensata fuga di notizie che vanificò l’intera inchiesta giudiziaria) nell’omertoso mondo criminale che prolifica e copre da sempre i traffici illeciti che passano per Olbia, dalla droga alle armi, non trascurando la prostituzione. Dopo quel gesto eclatante, messo in atto per ribadire la “supremazia” di un gruppo criminale formato da elementi della penisola e manovalanza locale che intendeva acquisire il pieno controllo del traffico di stupefacenti in città e sulla Costa, il commercio al minuto delle sostanze stupefacenti ha ripreso ad essere gestito dalle piccole bande di spacciatori che fanno della discrezione il loro punto di forza. La gang capeggiata da Cristian Ambrosio pare non sfuggisse a questo schema di distribuzione fai da te, un passaparola che nel tempo è diventato un business considerevole che ha impensierito i grossi trafficanti di stupefacenti, quelli che a Olbia fanno transitare i chili e chili di cocaina destinati ai mercati isolani. Una organizzazione da sgominare al più presto, magari utilizzando “infiltrati” che hanno (nuovamente) liberato il mercato dai piccoli boss emergenti.