La Nuova Sardegna

Olbia

Padru, teleferica a “Sas Enas”: emozioni ad alta quota

di Tiziana Simula
La teleferica di "Sas Enas" a Padru
La teleferica di "Sas Enas" a Padru

La struttura di Padru è l’unica fissa nell’isola: 100 metri di cavi d’acciaio a 80 metri di altezza

26 aprile 2016
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PADRU. Emozioni ad alta quota. Adrenalina pura che si sprigiona in un volo a mezz’aria di venti secondi, tra i colossi di granito e lo scrosciare delle cascate. L’abbraccio con la natura degli avventurieri si è rinnovato il 25 aprile  in uno degli angoli più suggestivi del territorio di Padru, a “Sas Enas”, paradiso per gli amanti delle escursioni, del trekking, del canyoning. Qui, immerso tra le rocce e la fitta macchia mediterranea attraversata dal fiume Neulavè e da tre cascate, c’è la teleferica: l’unica fissa in Sardegna. Cento metri di cavi d’acciaio a ottanta metri di altezza.

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Un progetto decollato due anni fa e realizzato dalla lungimirante amministrazione comunale guidata dal sindaco Antonio Satta che ha fatto attrezzare le pareti in granito dove l’Associazione Canyoning in Gallura, regala emozioni a chi vuole “spiccare il volo”.

Il gruppo sportivo dilettantistico, guidato da Eugenio Degortes, ha organizzato per il secondo anno un 25 aprile speciale: puro divertimento sospesi nel vuoto per chi è appassionato di turismo attivo e innamorato della natura, o semplicemente per chi vuole fare un’esperienza nuova ed entuasiasmante, in totale sicurezza.

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Sono stati in tanti a volersi lanciare dalla teleferica di “Sas Enas”: «una quarantina solo le iscrizioni raccolte nei giorni scorsi, a cui si sono aggiunti quelli dell’ultimo momento. In tutto una settantina di lanci. Molti alla prima esperienza», spiega Patricia Pirisi, mentre accoglie insieme ad altri componenti dell’associazione, frotte di sportivi e appassionati, pronti a sfidare la paura. Per chi vuole provare l’ebbrezza delle teleferica, l’avventura comincia lì. La gioiosa squadra del Canyoning Gallura li veste di tutto punto per “volare in sicurezza”: caschetto, moschettoni e imbragatura per scivolare lungo i cavi d’acciaio. Poi, la scarpinata tra sentieri, rocce, cisto, olivastri, discese e arrampicate fino a raggiungere la cima del gigante in granito, la punta più alta da dove lanciarsi in libertà: qui ad assistere e a mettere in sicurezza i temerari, ci sono Eugenio Degortes e gli altri del gruppo.

Tutto è pronto, comincia la volata: secondi di brivido ed emozione vissuti, chi col fiato sospeso, chi, con un urlo liberatorio. Fino a raggiungere la parete rocciosa opposta, dove una rete di protezione attutisce l’arrivo degli avventurieri.

Ad arrampicarsi fino in cima alla montagna, è stato anche zio Giovannino, 79 anni di Padru. Lui (meno male) non si è lanciato, ma non ha resistito al richiamo dell’evento, “incastonato” in quella natura che conosce come le sue tasche.

Un successo per la manifestazione del Canyoning Gallura, la cui attività improntata sul turismo attivo sta riscuotendo sempre più interesse e adesioni. Una bella soddisfazione per l’associazione – un gruppo affiatato che conta al momento una quarantina di associati – che punta moltissimo sul trekking e sul canyoning o torrentismo (sport basato sulla discesa di gole attraversate da torrenti) per far conoscere una Sardegna diversa. Una risorsa, quella del turismo attivo, alternativa al turismo balneare, dalle grandi potenzialità non ancora sfruttate appieno.

Ma l’agenda dell’associazione Canyoning Gallura riserva un altro appuntamento adrenalinico: l’arrampicata al Castello di Pedres, in programma il 30 aprile. Nuova avventura, nuova emozione.

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