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Olbia

Zona franca, Sanna giura: sarà un beneficio per tutti

Zona franca, Sanna giura: sarà un beneficio per tutti

Il candidato sindaco di Alleanza civica per Olbia replica alle accuse di Nizzi (FI): «Ancora poche ore per il decreto, la città vuole crescere, i vantaggi arriveranno»

29 aprile 2016
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OLBIA. «La città avrà comunque la Free zone, in qualunque modo sia essa domani denominata». Ci ha investito quasi quattro anni di lavoro certosino, non ha certo intenzione di andare alla resa ora, a poche ore dalla scadenza delle procedure. Vanni Sanna, presidente del consiglio comunale uscente, candidato sindaco dell’Alleanza civica per Olbia, risponde con la sua carica di certezze e una buona dose di ottimismo alla bocciatura dichiarata da Settimo Nizzi, avversario nella campagna elettorale, per la Zona franca. Domani entra in vigore il Nuovo codice doganale europeo e questo vieta l’istituzione di nuove zone franche non intercluse, come quella prefigurata da Vanni Sanna. Ma questo non chiude definitivamente le porte al progetto, anche parzialmente differente, come spiega Vanni Sanna.

Presidente, ancora poche ore e la Zona franca rischia di svanire?

«Niente affatto. Il Comune si deve comunque adeguare entro il 2019 al progetto che è stato presentato. La delibera della Regione resta».

Ma proprio la Regione non è stata rapida: solo pochi giorni fa ha approvato la delibera da inviare alla presidenza del Consiglio dei ministri.

«Anch’io mi domando perché la Giunta e il consiglio regionale e il Consiglio regionale abbiano approvato definitivamente la delibera n. 24/13 solo il 22 aprile».

Le risulta l’abbiano inviata alla presidenza del Consiglio dei ministri?

«Mi hanno comunicato di averlo fatto ieri. Ora sarà necessario decretarla, con procedura d’urgenza, entro il 30 aprile. Attendiamo gli eventi….., mancano ormai poche ore».

C’è di mezzo il Nuovo codice doganale.

«Sapevo bene che per effetto del Nuovo codice doganale dall’1 maggio la “Zona franca doganale non interclusa” non potrà più essere autorizzata dal Governo con questa "specifica denominazione". Per questo motivo avevo formalizzato l'istanza in Regione lo scorso 31 dicembre, con tutta la documentazione necessaria, chiedendo l'approvazione della delibera regionale entro il 31 gennaio, cioè in tempo utile».

In ogni caso, lei è certo che ci sarà la Free zone.

«La Free zone potrà comunque dispiegarsi concretamente nell'intera area industriale di Olbia (750 ettari circa) con altro istituto, semplicemente richiedendo la concessione dei "Depositi doganali privati" che abbiamo previsto e chiesto precauzionalmente al presidente della Regione Pigliaru. Ora su questo chiediamo sia più solerte».

Settimo Nizzi obietta che non ci sono vantaggi fiscali possibili.

«Questi istituti contemplano per gli operatori interessati identiche esenzioni Iva, accise e dazi. Ma in particolare, per le aziende che operano estero su estero, l’abbattimento dell’Irap e dell’addizionale Irpef. Tutto questo esclude di trasferire i fondi regionali per l’alleggerimento fiscale alla sanità».

Ma il Cipnes potrà esercitare un ruolo attivo?

«Con l'ultima delibera del consiglio comunale lo abbiamo delegato soggetto gestore:potrà presentare le istanze di concessione dei depositi doganali per conto degli operatori interessati. Ha già dato incarico a un docente della Luiss».

Se tutto va bene, non resta alla fine un traguardo inferiore alle aspettative?

«Ho studiato approfonditamente tutti gli aspetti con l'Agenzia Dogane Nazionale. La Free zone avrà efficacia. Comunque l'atto politico-amministrativo locale e regionale resta, ed è forte e chiaro per tutti: la città vuole e deve crescere in termini economici, sociali e occupazionali».

Come ha visto, Nizzi non ci crede.

«Non era sindaco della città? Perché non si attivò allora?»

Contesta tempi e procedure.

«A chi lamenta solo i ritardi altrui omettendo i propri e ha sempre manifestato scetticismo verso una tale storica opportunità di attrazione di investimenti e occupazione, vorrei soltanto citare la favola di Esopo della "volpe all'uva" dove la volpe, non riuscendo a raggiungere l'uva situata troppo in alto, per stizza, diceva che non era ancora matura». (gpm)

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