La Nuova Sardegna

Olbia

Si scava in via D’Annunzio ed emerge una necropoli

di Dario Budroni
Si scava in via D’Annunzio ed emerge una necropoli

Archeologi al lavoro nel cantiere del gas vicino alla basilica di San Simplicio Trovate altre tombe alla cappuccina, i resti di cinque corpi e orecchini d’oro

26 ottobre 2016
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OLBIA. La terra umida restituisce teschi e femori millenari. I resti degli antichi olbiesi compaiono a ottanta centimetri sotto l'asfalto. Tutto attorno si forma un capannello di curiosi che si rigenera minuto dopo minuto. Gli archeologi continuano a scavare con cazzuola e pennello e a fine giornata il bilancio è piuttosto ricco: dopo la tomba scoperta lunedì mattina, ieri ne sono state trovate altre ancora. Tre tombe alla cappuccina, più la porzione di un'altra sepoltura, che conteneva i resti di un adulto e anche quelli di una bambina o un bambino. I due orecchini d'oro, trovati in mezzo alla terra, erano i suoi. In via Gabriele D'Annunzio, davanti alla basilica di San Simplicio, mentre si scavava per posizionare la rete del gas, è venuta fuori una porzione della necropoli. Le tombe trovate sono tutte romane, più o meno del secondo secolo dopo Cristo. Nuovi rinvenimenti che testimoniano la grandezza e lo splendore dell'Olbia antica.

Nuove scoperte. Lunedì è spuntata una tomba alla cappuccina, con dentro uno scheletro. Ma la giornata di ieri ha regalato nuove emozioni. In tutto, ieri, sono stati trovati i resti di cinque corpi. Tre erano coperti da tegole di argilla, quindi tombe alla cappuccina. Poi in mezzo alla terra sono stati trovati i resti di due defunti, uno adulto e uno di pochi anni. «Abbiamo trovato ciò che resta delle tombe, perché a centro strada c'è un tubo dell'acqua che ha distrutto ciò che stava lì. Quindi scaviamo ciò che rimane - spiega Rubens D'Oriano, dirigente della Soprintendenza -. Le tombe alla cappuccina sono senza corredo, perlomeno nelle parti in cui abbiamo scavato. Poi abbiamo trovato un'altra tomba, anche in questo caso si tratta di una porzione. L'inumato, adulto, era posto su una tegola. Al di sotto c'era una bambina o un bambino con due orecchini d'oro. Non possiamo sapere se fosse maschio o femmina, perché la differenziazione di sesso tra chi porta gli orecchini è moderna».

Necropoli e mura. Quella che è venuta fuori in questi ultimi due giorni è una porzione della necropoli che in antichità circondava la città, al di là delle mura di cinta. Una vasta zona di sepoltura racchiusa in particolare tra via Mameli e San Simplicio. Ed è proprio attorno all'attuale basilica che si concentravano centinaia di tombe, come documentato dallo scavo del 2011, quando vennero scoperte 450 sepolture. Al posto della chiesa, infatti, c'era un tempio romano dedicato alla dea Cerere. È normale pensare che gli antichi olbiesi volessero la propria tomba vicina alla dea. E forse non è un caso che uno dei teschi ritrovati ieri fosse rivolto verso l'area dove sorge la basilica. Ma un tempio, sulla collinetta di San Simplicio, esisteva anche in epoca punica e probabilmente pure in età fenicia e greca. Lo scavo per i lavori della rete del gas, comunque, ieri mattina si è fermato all'altezza della scuola media Armando Diaz. Laggiù passano infatti le fondamenta della cinta muraria, costruita dai cartaginesi. Gli archeologi lo sanno e adesso si troverà un modo per aggirale e far proseguire il lavoro degli operai.

Storia in diretta. Lo scavo ha regalato emozioni agli archeologi ma anche ai passanti, compresi bambini e ragazzi delle scuole. I più fortunati sicuramente i turisti: erano lì per visitare la basilica di San Simplicio e si sono trovati in mezzo a uno scavo. Tutti hanno seguito la scoperta delle tombe fino al recupero dei teschi. Una signora che abita poco distante ha raccontato: «La mia casa si trova poco più avanti. Quando mio padre la fece costruire, 40 anni fa, trovammo alcune tombe. Avvisammo gli archeologi e riuscimmo a salvarle».

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