La Nuova Sardegna

Olbia

Adesso la necropoli dovrà diventare patrimonio della città

di Dario Budroni
Adesso la necropoli dovrà diventare patrimonio della città

Dopo le scoperte occorre valorizzare il bacino culturale L’assessore Serra: «Rendiamo fruibili i musei archeologici»

2 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. La finestra sulla storia si è chiusa. La terra è tornata a coprire le mura puniche e adesso i lavori per la rete del gas proseguono spediti. Ma per la città sono stati quattro giorni importanti. A neanche un metro sotto l'asfalto di via D'Annunzio sono emersi i resti di sei tombe romane e una porzione della cinta muraria cartaginese. Tutti ritrovamenti che hanno ricordato, se mai ce ne fosse ancora bisogno, quanto sia ricco il patrimonio culturale olbiese e quanto sia necessario valorizzarlo. Il Comune, come ha spiegato l'assessore alla Cultura Sabrina Serra, intende comunque schiacciare il piede sull'acceleratore per rendere fruibile il museo sotterraneo di San Simplicio e far diventare quello sull'isola di Peddone un museo vero e proprio. Due mosse fondamentali per una città che aspira a diventare a misura di turista.

L'ultima novità. Ieri mattina, prima di far ricoprire le mura puniche, gli archeologi hanno fatto l'ultima scoperta. Avevano infatti notato che in quella porzione di cinta muraria, edificata attorno al 350 avanti Cristo, era stato aperto un varco. Dopo alcuni approfondimenti, si è capito il perché e anche il periodo: prima età imperiale, quasi quattro secoli più tardi. «Dal periodo di Augusto i territori del Mediterraneo si ritrovarono pacificati, non ci sono più nemici né guerre civili - spiega Rubens D'Oriano, responsabile della Soprintendenza -. E anche Olbia non aveva più bisogno del circuito murario di difesa. Quindi gli allora abitanti della città avevano demolito una parte delle mura probabilmente per farci passare una strada, che corrispondeva più o meno al primo tratto di via D'Annunzio».

La curiosità. Gli scavi di via D'Annunzio hanno suscitato un certa curiosità tra gli olbiesi. Inoltre hanno confermato quanto l'area attorno alla basilica di San Simplicio, dove nel 2011 vennero trovate 450 tombe più la rampa di accesso al tempio di Cerere, sia ricca di storia. Un architetto olbiese, Antonio Careddu, fa notare un caso sicuramente singolare. In via Fera, a poche decine di metri dalla basilica di San Simplicio, ci sono alcuni pannelli dove vengono incollati i necrologi. I pali, però, non sono conficcati nel terreno ma nella superficie di strutture millenarie, i resti di alcune tombe romane.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
La tragedia

Perde il controllo del furgone e sbatte contro il guardrail: autotrasportatore muore sul colpo

Sardegna

Morte Luigi Contena, davanti all'ovile dove è stato ucciso due lumini con le immagini di Gesù e padre Pio

Le nostre iniziative