La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, per il Mater a rischio l’apertura a dicembre

di Enrico Gaviano
Olbia, per il Mater a rischio l’apertura a dicembre

Lucio Rispo all’attacco: «Il Qatar ha fatto tutto quello che era di sua competenza, ma ora la burocrazia italiana frena»

31 ottobre 2016
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OLBIA. L’apertura del Mater Olbia sembra essere una specie di traguardo impossibile da raggiungere. Il 27 aprile la visita del Ceo di Qatar Foundation Endowment, Rashid Al Naimi, e del presidente della Regione Francesco Pigliaru, e il 2 giugno quella di Graziano Delrio, ministro dei trasporti e delle infrastrutture, avevano rivelato un cantiere in stato avanzato e un cronoprogramma preciso: primi reparti aperti alla fine dell’anno, quindi, snocciolati nell’arco del 2017 l’avvio di tutte le altre specialità. Ma sembra invece che si debba registrare un nuovo intoppo. È quanto rivelano le parole di Lucio Rispo, braccio destro operativo in Italia della Qatar Foundation endowement.

La burocrazia frena. «Aspettiamo ancora delle risposte», dice al telefono Lucio Rispo quando gli si chiede a che punto è la situazione. Il manager di Qfe non è molto allegro. «Sin dall’antichità si diceva che pacta sunt servanda, i patti vanno rispettati – dice ancora Rispo – ma qui evidentemente c’è più di un problema. La burocrazia frena e stiamo ancora aspettando che gli altri facciano la loro parte»

La Qatar foundation sostiene infatti di essere a posto sul suo versante. «Abbiamo rispettato il cronoprogramma e la parte della struttura che deve essere pronta a partire a dicembre – dice Rispo – è nelle condizioni di poterlo fare. Ma, evidentemente, altri non hanno fatto lo stesso. E mi fa specie. Ricordo che in questo accordo ci sono in mezzo non solo il Qatar con la società e l’impegno dei vertici nazionali, ma anche il governo italiano e la Regione Sardegna».

Accreditamento. Il problema sembra risiedere nei permessi che devono essere rilasciati. Il cosiddetto accreditamento, cioè il numero di posti letto per ciascun reparto, che viene concesso dalla Regione dopo aver verificato che gli ambienti siano idonei a ospitare una struttura ospedaliera. «Noi abbiamo fatto tutto quello che ci spettava – insiste Rispo –, ma dall’altra parte invece c’è silenzio. Aspettiamo, ma andando avanti di questo passo si rischia di dover far slittare ancora tutto. Perché, lo ricordo per chi si fosse distratto, occorre anche fare le assunzioni del personale medico, paramedico e di tutte le altre figure necessarie al funzionamento dell’ospedale. Ma se manca il via libera delle autorità italiane competenti, noi non possiamo che star fermi».

Specialità. Il Mater Olbia, una volta a regime, avrà reparti di livello internazionale nel campo di pediatria, oncologia, diabetologia, neurochirurgia, oculistica e medicina dello sport. E a progetto completato ci sarà anche spazio per la ricerca. Con la collaborazione di esperti di fama internazionale e la rete di collegamenti con ospedali di prim’ordine di tutto il mondo.

Licenziamenti. All’interno di questa situazione si innesta anche quella relativa alle persone che lavorano nel cantiere del Mater Olbia. Il cantiere va avanti a pieno ritmo, con circa 120-130 persone all’interno: operai specializzati, muratori, carpentieri, elettricisti, idraulici, tutto quello che serve per completare il Mater Olbia. Ma in questi giorni sembra che almeno una settantina di persone siano state rispedite a casa e non riassunte. Il meccanismo infatti prevede dei contratti a termine, scaduti i quali, si fa firmare al lavoratore un nuovo contratto. Ora invece è scattato l’allarme lanciato da alcuni dei lavoratori che sono rimasti a casa in questi giorni e che non sanno se saranno richiamati.

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